In questi giorni c’è allarme all’aeroporto di Trapani. Il caos Ryanair, legato alla cancellazione di migliaia di voli, rischia di avere ripercussioni disastrose a Birgi, che è uno dei piccoli scali che hanno legato la loro sopravvivenza alla compagnia low cost irlandese. L’aeroporto, che in questi ultimi anni ha conosciuto un boom di passeggeri proprio grazie a Ryanair, è oggi in assoluto il più penalizzato dai “tagli” decisi da Dublino.
“La situazione è drammatica: nel periodo novembre-marzo Ryanair ridurrà il traffico aereo nello scalo di Trapani del 60% rispetto allo scorso anno” dice il direttore dell’Airgest, società che gestisce lo scalo, Giancarlo Guerrera. In termini numerici, tra novembre e marzo, su Trapani transiteranno circa duecentomila passeggeri in meno. I voli che nel periodo saranno tagliati sono sette: 4 nazionali (Parma, Genova, Roma e Trieste) e 3 con città europee (Francoforte, Baden Baden e Cracovia). Una mazzata per l’economia turistica del trapanese e per il suo indotto.
“Purtroppo – spiega il direttore dell’Airgest – non abbiamo soluzioni alternative: negli aeroporti secondari, come Trapani, solo le compagnie low cost hanno interesse a operare”. Ma non basta: ai problemi operativi della compagnia si aggiunge anche il mancato accordo di co-marketing. In pratica per convincere Ryanair a mantenere gli stessi livelli di traffico della passata stagione i comuni del trapanese dovranno versare alla compagnia 6 milioni di euro. “L’accordo non è ancora stato siglato – conferma Guerrera – e pertanto Ryanair non ha alcun vincolo contrattuale”.
gds.it