A bordo del motopesca “Anna Madre” sono rimasti solamente il comandante Giacomo Giacalone ed il direttore di macchine, l’Ambasciata ha rimpatriato un paio di giorni fa uno dei tre marittimi italiani.
“Siamo in contatto costante con le Autorità locali per agevolare il rimpatrio degli altri due membri dell’equipaggio, tuttora presenti a Sfax. Al peschereccio Anna Madre è stata comminata una multa il cui pagamento consentirebbe la partenza dell’imbarcazione e del suo equipaggio”.
E’ quanto scrive in tarda serata l’Ambasciata d’Italia a Tunisi sulla propria pagina Facebook a proposito del possibile rientro in Italia dell’equipaggio del peschereccio mazarese Anna Madre che si trova a Sfax, in Tunisia, dal momento del sequestro avvenuto nella notte tra il 15 e il 16 settembre scorsi. Ieri, dopo la visita a bordo dell’europarlamentare della Lega Angelo Ciocca, l’Ambasciata italiana aveva comunicato agli armatori e al comandante del peschereccio, Giacomo Giacalone, che l’intero equipaggio, giunto al settimo giorno di sciopero della fame, aveva l’autorizzazione del governo tunisino a ripartire. Invece una volta arrivati alla polizia di frontiera, i marittimi, accompagnati da Ciocca, sono stati bloccati perché non era giunto alcun avviso circa il fatto che potevano lasciare la Tunisia.
Abbiamo sentito stamani il comandante Giacomo Giacalone il quale, amareggiato e stremato dopo 7 giorni di sciopero della fame, ci dice che l’europarlamentare Angelo Ciocca ha intrapreso una iniziativa assieme ad altri 70/80 europarlamentari, martedì 3 ottobre occuperanno il peschereccio fino a quando lo stesso non verrà rilasciato assieme agli uomini dell’equipaggio. Sempre il comandante Giacalone ci riferisce che ormai a bordo del peschereccio sono rimasti in due in quanto i componenti l’equipaggio di nazionalità tunisina hanno preferito raggiungere i propri familiari.