Ogni volta che i nostri natanti sono aggrediti dalle motovedette dei paesi nord africani arriva puntuale il comunicato stampa del presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu.
A volte, dopo il comunicato stampa, arrivano anche le puntualizzazioni.
Non manca mai il richiamo e la sottolineatura “che i rapporti fra i Governi nazionali e regionali di Italia e Tunisia, e fra le comunità locali siciliane e tunisine, sono eccellenti. Lo stesso dicasi per i rapporti fra l’Italia e la Libia e gli operatori delle due sponde che manifestano costantemente l’interesse a creare un clima di cooperazione e di dialogo”.
Tuttavia, se con una certa frequenza le motovedette dei paesi nord africani sparano con l’intenzione di fermare i nostri natanti e per uccidere i pescatori sia mazaresi che nord africani imbarcati, evidentemente tali rapporti non sempre sono buoni, né sempre si registra questo clima di “cooperazione e dialogo”
Si metta da parte, allora, non la diplomazia, ma l’ipocrisia conclamata.
Ora poiché, il responsabile della politica estera italiana non è il presidente del “distretto” della pesca, sarebbe lecito aspettarsi dal ministro degli affari esteri italiano una precisa, chiara e netta presa di posizione a difesa della salvaguardia della vita dei nostri pescatori e della sicurezza dei nostri natanti.
Riteniamo non scusabili e non più tollerabili le aggressioni nei confronti dei nostri natanti, soprattutto quando viene fatto uso delle armi.
Il nostro governo deve intervenire, senza indugi, per tutelare i nostri pescatori non solo pretendendo le scuse da parte delle autorità tunisine, ma chiedendo anche con forza di individuare e sanzionare i militari che si rendano responsabili di questi odiosi atti di violenza e di pirateria nei confronti dei nostri lavoratori.
Le buone relazioni, che anche noi auspichiamo, debbono, tuttavia, fondarsi sul rispetto e sulla pacifica convivenza. Per questo ogni rapporto di cooperazione richiede la messa al bando delle armi, che già tanti lutti hanno causato tra la popolazione mazarese.
Il segretario della Camera del Lavoro-CGIL
Vito Gancitano