La vita scivola sull’essere e l’apparire. Scrive William Shakeapeare: “Tutto il mondo è un palcoscenico e gli uomini sono soltanto degli attori che hanno le loro uscite e le loro entrate. E ognuno, nel tempo che gli è dato, recita molte parti”. Apparire, in questo tempo, sembra che debba avare una valenza maggiore dell’essere. Nel contesto in cui viviamo, impregnato di pubblicità e messaggi da parte dei mass media, il fisico, per esempio, è diventato un oggetto da esibire e sembra essere l’unico messaggio che vale. Anche nel mondo del lavoro, per certe professioni, viene privilegiata la cosiddetta “bella presenza”. La cultura del corpo ha profondamente cambiato il rapporto fra individuo e fisico, visto non più come un organismo con le sue funzioni, ma considerato una veste da mostrare. Ed è esplosa la moda dei tatuaggi che dipingono bei corpi femminili e maschili che nascondono la vera bellezza fisica “satirica da Satiro danzante” insomma, fluttuante nei muscoli e nella chioma, ma oggi la società sembra essere la vetrina in cui dobbiamo apparire: l’individuo subisce tutto questo quasi come una violenza, perché si trova a vivere una dimensione di immagine esterna che gli viene imposta. Mazara è anche la fotografia dell’essere e dell’apparire. Migliaia di cittadini di qualsiasi ceto vogliono “apparire” anche se il reddito non permetterebbe una vita sociale sopra le righe. Eppure i mazaresi lamentano sempre che si sta male, che non c’è moneta circolante e che le auto di grossa cilindrata si pagano (quando si pagano) con lunghi finanziamenti. Ed allora è una città povera o si ostenta ricchezza con abiti alla moda e cure di bellezza di cui non se ne può fare a meno perché bisogna apparire nel cerchio magico? Questo è un bel rebus ma rimane, ben solida, la montagna di moneta depositata nelle banche e negli uffici postali. Da dove arrivano questi soldi?. Questo è un altro aspetto dell’essere e dell’apparire. La marineria, una volta fonte di ricchezza, è in crisi da anni, l’edilizia segna il passo perché non si costruisce più come negli anni 80, il commercio ha le serrande abbassate, gli agricoltori si lamentano, ed allora? Non è supportato da un ragionamento economicamente compatibile l’indice di proporzione calcolato tra i soldi che centinaia di mazaresi hanno conservato nelle banche e alla Posta, con la grave crisi occupazionale ed economica che attraversa il territorio. Quale è il segreto? La sfacciata ricchezza che mostrano in molti con auto di lusso, crociere e case con tendaggi e rubinetteria raffinati è vera? Ed allora se è vera perché lamentarsi anche se oltre 2000 persone vivevano fino a poco tempo fa con il famoso reddito di cittadinanza (soglia di povertà ?) mentre decine di ristoratori, ancora oggi, si affannano per servire a migliaia di persone pizze ma anche cibi e vini raffinati? E’ una giungla permissiva. Dice Papa Francesco: “Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualistica che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricchezza malata di piaceri superficiali”. .
Salvatore Giacalone
8 novembre 2023