(ANSA) – PALERMO, 4 LUG – “Molte persone si sono improvvisate paladini dell’antimafia e non c’è stata nessuna valutazione sul loro reale operato”. Lo ha detto Raffaele Cantone, oggi all’università di Palermo, commentando le indagini su alcuni esponenti dell’antimafia. “L’antimafia – ha proseguito – è stata utilizzata più come un brand per propri fini personali. Si è verificato in Sicilia così come in altre regioni. Bisogna interrogarsi. Tutto questo finisce per creare disdoro all’antimafia vera”.
“La corruzione – ha aggiunto il presidente dell’Anac cambiando argomento – limita investimenti ovunque, non solo in Sicilia. Tra i parametri degli investitori ci sono sicuramente le percentuali di corruzione dei vari Paesi o regioni”.
“Sul codice antimafia ho delle perplessità. Sono d’accordo su gran parte della normativa nella forma in cui è stata approvata perché c’è necessità di intervenire sul codice antimafia soprattutto sulla gestione dei beni confiscati. Sicuramente va nella giusta direzione”. Lo ha detto Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Anticorruzione, commentando le modifiche al codice antimafia. “Sono molto perplesso – ha proseguito – per quanto riguarda l’estensione della normativa antimafia alla corruzione perché credo che si tratti di due istituti diversi e si rischia di snaturare un sistema di prevenzione che ha un suo carattere eccezionale legato alle mafie, credo che sia poco opportuno inserirlo all’interno dell’anticorruzione ma ovviamente è il parlamento a fare le valutazioni”. (ANSA).