“ELEZIONI. LA CHIESA COSA FARA’?”
Politica dovrebbe significare arte del governare. Gli artisti generalmente hanno un dono, una qualità o talento che appunto li rende artisti e li contraddistingue rispetto agli altri. Nel caso della politica questa arte ha come riferimento la “città”, in epoca moderna lo Stato, quindi credo che l’essenza della politica sia la capacità, il talento di governare e, se per governare intendiamo la teoria e la pratica che hanno ad oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello Stato e la direzione della vita pubblica, l’essenza della politica sarà da individuare nella buona organizzazione, nella buona costituzione, nella buona amministrazione e nella buona direzione della vita pubblica. Poi ci si pone un interrogativo ad ogni elezione comunale, regionale, nazionale ed europea: la Chiesa cosa farà? Nelle omelie il presbitero o il parroco ed anche il Vescovo di qualsiasi città e paese, alla viglia delle elezioni non dicono per quale partito votare o per quale candidato, ma c’è l’invito al voto perché è un diritto – dovere. Un prete, nelle ultime amministrative di Mazara, dal suo pulpito, ha preso la questione alla larga, ha detto soltanto: “Impegniamoci. Stiamo attraversando una fase particolarmente delicata e complicata della storia: le nostre parole non sono un incoraggiamento ad andare avanti nonostante tutto, ma un invito a osare con speranza. Non semplice ottimismo, ma speranza e realismo cristiano”. E’ da tempo però che molti si pongono una questione di fondo: il rapporto tra “religione e politica”. E’ uno dei temi caldi e più intriganti del dibattito pubblico, su cui si misurano non soltanto studiosi e commentatori nostrani, ma anche molti osservatori internazionali. Una questione particolarmente spinosa è quella del voto dei cattolici e del ruolo del cattolicesimo politico nelle vicende nazionali e anche e forse di più in quelle comunali e regionali. A Mazara si voterà, credo, a giugno 2024 per eleggere la nuova amministrazione. La chiesa di Mazara starà a guardare o interverrà sui problemi sociali atavici che affliggono la città come la povertà, le periferie abbandonate, la dispersione scolastica e i temi legati alla presenza egli extracomunitari giunti ormai alla terza generazione? Il presbitero, il parroco o il Vescovo, non dirà certo per quale candidato sindaco o partito si dovrà votare ma può sottolineare i temi rilevanti evocati dal dibattito pubblico sul rapporto religione e politica che meritano un approfondimento anche per una miglior comprensione delle dinamiche attuali. Speriamo che almeno questo accada anche a Mazara che non è una periferia del mondo ma una città con oltre 900 anni di storia religiosa e che conta molto nel panorama della Chiesa italiana. Non per niente nel pomeriggio dell’8 maggio 1993 l’elicottero bianco dell’Aeronautica militare è atterrato sul piazzale Giovan Battista Quinci dove dal portellone si è affacciato Papa Giovanni Paolo II che prima di scendere saluta la folla che l’attende con una particolare emozione. Un Papa nella Chiesa di Mazara! Chi l’avrebbe mai detto!
Alla prossima.
Salvatore Giacalone
21 febbraio 2024