(ANSA) – Potrebbe definirsi tra oggi e domani la vicenda legata al sequestro, da parte di militari tunisini, venerdì notte, in acque internazionali, del peschereccio di Mazara del Vallo “Anna Madre”, con a bordo un equipaggio misto di marittimi siciliani e tunisini i cui familiari, a Mazara del Vallo, seguono con ansia l’evolversi dell’accaduto.
Sabato pomeriggio il peschereccio era stato trasferito dal porto militare di Sfax, dove era stato condotto dalle unità tunisine, a quello commerciale. Circa lo stato di salute dei componenti dell’equipaggio giungono notizie rassicuranti: sabato una delegazione dell’ambasciata italiana a Tunisi aveva fatto visita ai marinai.
L’armatore Giampiero Giacalone , nell’evidenziare che si sta lavorando a livello diplomatico per giungere al rilascio del motospesca e del suo equipaggio, ribadisce che a bordo si trovano “tre tonnellate di gamberi e cento chili di pesce misto, specie ittiche che non si pescano nelle acque tunisine e già questo dovrebbe indurre alla riflessione che il nostro equipaggio non pescava nelle acque tunisine dove si catturano triglie”.
Il peschereccio mazarese “Anna Madre” è stato sequestrato nella notte tra venerdì e sabato da una motovedetta tunisina mentre si trovava in acque internazionali, a sud di Lampedusa. A bordo dell’imbarcazione sono saliti cinque militari tunisini armati che hanno rinchiuso in una cabina il comandante, Giacomo Giacalone, hanno assunto il comando e invertendo la rotta verso il porto di Sfax, Il peschereccio era già sfuggito a un tentativo di sequestro, sempre ad opera di militari tunisini, lo scorso 2 agosto, mentre si trovava sempre in acque internazionali.(ANSA).