Le promesse elettorali al nord o al sud non cambiano. Il linguaggio dei politici quando si avvicinano le elezioni nazionali, regionali e comunali, ritornano come una lieta novella, e non cambiano, sono tutte eguali, secondo, si intende, le esigenze personali o del territorio. Illusioni e delusioni, sogni svaniti. Perché cosa desidera l’elettore votando? Che si realizzino i suoi sogni. Il che è buono e giusto. Occorre però che si sia coscienti di questo enorme investimento personale su una persona, candidato al Parlamento o candidato sindaco che, pur sembrandoci sincera e intima, in realtà nulla sa di noi ed è costretto da noi stessi a non essere del tutto sincero. Perchè chiediamo a lui il posto di lavoro, un finanziamento per la nostra azienda, una sistemazione migliore per il figlio che lavora in qualche ente pubblico e così via. Ci sono forti pressioni sui politici affinché facciano promesse che non possono mantenere. Un partito che fa promesse pompose appare più ambizioso, intraprendente ed interessante agli occhi degli elettori in confronto ad un altro che non ne fa ed esce magari sconfitto. Il continuo succedersi di promesse, in seguito disattese, ha infastidito molti elettori, pertanto i politici hanno escogitato sistemi che fanno apparire le loro promesse più credibili. Tra questi, presentare promesse sostenute da numeri oppure impostare scadenze entro le quali le promesse verranno mantenute, indicando ad esempio cosa verrà realizzato nei primi cento giorni di governo. Ma cosa può fare un sindaco nei primi 100 giorni di governo che se per il dragaggio del porto canale di Mazara ci sono voluti dirci anni? Quando le promesse devono essere infrante, tutti i politici sanno che è meglio farlo all’inizio di un mandato. La speranza è che negli anni trascorsi prima delle successive elezioni, il disappunto dell’elettorato sarà scemato. Quando invece la promessa elettorale viene mantenuta (ad es. abbassamento delle aliquote delle tasse comunali e quelle statali e regionali se si tratta di elezioni con candidati al Parlamento nazionale o al parlamento siciliano), bisogna stare attenti perché spesso si intaccano le finanze dello Stato creando deficit pubblico e conseguente debito pubblico, con la conseguenza che il candidato al comune, al governo nazionale o regionale, si vanta di aver risolto un problema, ma avendone di fatto acuito un altro a medio-lungo termine. In sostanza si ha l’impressione che si giochi più con le parole che con i fatti.
Salvatore Giacalone
3 aprile 2022