I dati parlano chiaro: i giovani italiani, se possono, partono. Sono moltissimi coloro che ogni anno e ad un ritmo sempre più consistente, lasciano l’Italia per Paesi in cui vedono le proprie competenze riconosciute. Sono infatti giovani laureati, molti ad altissima specializzazione i protagonisti della cosiddetta fuga di cervelli. L’emergenza migratoria dunque non riguarda solo chi arriva, ma anche chi se ne va. Il fenomeno della globalizzazione rende possibile studiare ed avere esperienze lavorative in una nazione diversa dalla propria e questo permette di ampliare le proprie conoscenze e capacità professionali; molti fra i migliori studenti italiani preferiscono non rientrare in patria poiché ritengono di non poter ricevere offerte lavorative adeguate agli studi conseguiti. In Italia, le condizioni lavorative non sono, in effetti, incentivanti: gli stipendi sono bassi anche per chi ha alle proprie spalle un percorso di studi eccellente e le possibilità di crearsi una carriera sono pochissime. I giovani laureati mazaresi che studiano all’estero nelle università o nei centri di ricerca sono oltre 200 ed almeno 300 sono quelli che studiano in una università diversa da quelle siciliane, meta preferita Milano, Roma, Pisa. Poi ci sono giovani che studiano in università private di cui non conosciamo neanche i numeri approssimativi, sono coloro i cui papà possono pagare delle rette importanti nella speranza che il proprio figlio o figlia acquisisca una laurea per una celere introduzione nel mondo della finanza o scientifico o universitario. Comunque sia, sono giovani che rientrano in città per le vacanze e destinati a vivere lontani dalle loro famiglie, D’altro canto pretendere un loro ritorno in una città che non offre realtà industriali di un certo tipo, né qualificazioni professionali da sviluppare, la scelta di restare in qualche Paese europeo o americano, sembra obbligatoria. Tranne che il giovane, dopo la laurea conseguita, magari, in qualche università italiana, non preferisca l’insegnamento negli istituti scolastici con stipendi bassi, ma chi si laurea con voti eccellenti ed entra già in un certo circuito di Enti o di centri di ricerca, la decisione del giovane “Eccellente” che magari parla già diverse lingue, non potrà mai essere il ritorno in città. Intanto in Italia, se è vero che il tasso di occupazione sta in generale aumentando, è altrettanto vero che la disoccupazione giovanile a dicembre è nuovamente scesa. E così, su e giù nel tempo, registriamo sempre meno giovani “Eccellenti” in una città , come Mazara, che invece, ne avrebbe bisogno per dare una svolta significativa alla sua classe dirigente, da quello politico a quello economico – finanziario.
Salvatore Giacalone
10 aprile 2024