Sarà un Natale classico, all’insegna delle più intramontabili tradizioni: casa, parenti e amici, ricette casalinghe da manuale delle feste, regali di sostanza e all’insegna dell’utile. Sarà un Natale normale: o almeno così lo desiderano gli italiani ed i siciliani in particolare che soffrono di tante difficoltà sociali e politiche Dopo la serie di festività trascorse negli ultimi anni all’insegna dell’emergenza, la ricerca di normalità, di un rassicurante quadro delle abitudini di sempre non stupisce: il 2020 è stato il Natale delle zone a colori e dei divieti più stringenti, il 2021 quello della variante Omicron, del Covid e il 2022 quello dello shock da inflazione galoppante e del carovita sotto l’albero. Con due guerre dietro l’angolo e nessun segnale di pace imminente, in un clima di generale incertezza, fra crisi economica e minacce ambientali, i siciliani si rifugiano nella tradizione, ultimo baluardo di sicurezza da gustare, almeno durante le feste. A tavola e non solo. Un Natale casalingo, con la cucina nostrana e il ricettario della nonna alla mano: vigilia di magro e pranzo di festa, a tavola i siciliani tireranno fuori il meglio della cucina locale, con piatti della tradizione sicuramente a base di carne e di pesce. È del 1954 la scena gastronomica più famosa del cinema italiano: Alberto Sordi che non riesce a trattenersi di fronte a un piatto di spaghetti in “Un americano a Roma”. Tornando ai giorni nostri, molte tradizioni sono ancora alla base nonostante siano offuscate dal consumismo. Noi non notiamo alcun distacco o diversità, mentre gente con un bagaglio di vita più ampio del nostro, rimpiange sicuramente i vecchi tempi. Un proverbio molto comune ci dice che “si stava meglio quando si stava peggio” intendendo con questo che le novità non sempre portano ad un miglioramento. Più semplicemente credo che sia un rimpianto per i tempi passati. Rimpianto inteso come nostalgia, come qualcosa che ci è sfuggito e scivolato via nel tempo. C’erano vere relazioni sociali, rispetto per gli insegnanti, aria pulita, un benessere diffuso, un debito pubblico basso, poco traffico e stress assente, famiglie unite, etc. Eravamo liberi e più moderni di oggi e soprattutto senza limitazioni nei rapporti con l’ambiente. L’incuria e l’abbandono del territorio non sapevamo nemmeno cosa fossero, il mostro della burocrazia repressiva lo potevamo immaginare solamente attraverso orribili incubi notturni. E quindi ripeto “si stava meglio quando si stava peggio” ? ma questa volta con il punto interrogativo…. Buon Natale a tutti dal sottoscritto e da Tele 8. Alla prossima.
Salvatore Giacalone
20 dicembre 2023