In un arco temporale di appena 12 anni, ci siamo ritrovati catapultati in uno scenario mondiale in cui si sono susseguite ben due crisi economiche: la prima scoppiata nel 2008, ricordata anche come la grande recessione, la seconda a seguito della pandemia globale dovuta al Coronavirus. Quando si parla di crisi, ci si aspetterebbe senza tante distinzioni che tutti ne provassero le infauste conseguenze. In realtà, abbiamo imparato che le crisi non sono uguali per tutti. Taluni, una ristretta minoranza, ne traggono persino vantaggio. Basta fermarsi un attimo ad osservare recenti studi per vedere confermato quanto appena detto. Tra le numerose situazioni allarmanti e drammatiche, inasprite dalla calamità del virus, quella economica la fa da padrone. È chiaro che la situazione peggiorerà nei prossimi anni a livello generale. A fronte di un simile scenario, sorge spontaneo un interrogativo: come se la passano, dal canto loro, i paperoni ai vertici da anni nelle classifiche della ricchezza mondiale? Stando agli autori del rapporto bancario, sembra che la concentrazione di ricchezza sia ritornata allo stadio dei primi anni del Novecento dove poche famiglie controllavano le redini del panorama economico. Anche in Italia la situazione ha seguito lo stesso trend, portando la ricchezza dei primi 40 miliardari alla modica cifra di 165 miliardi (+ 39,4 miliardi rispetto al 2019). È giunto il momento, allora, di instaurare un cambio di rotta, mirato a rimuovere le disuguaglianze e a promuovere la giustizia, visto che il progresso – come ribadito nuovamente da papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti – “non dev’essere orientato all’accumulazione crescente di pochi, bensì deve assicurare ‘i diritti umani, personali e sociali, economici e politici, inclusi i diritti delle Nazioni e dei popoli’. Il diritto di alcuni alla libertà di impresa o di mercato non può stare al di sopra dei diritti dei popoli e della dignità dei poveri; e neppure al di sopra del rispetto dell’ambiente, poiché ‘chi ne possiede una parte è solo per amministrarla a beneficio di tutti’”.
Salvatore Giacalone
17 gennaio 2024