Misteriosa isola nel mar Mediterraneo, diventata per alcuni “l’isola che se ne andò”. Nell’articolo di oggi tratteremo dell’isola che apparve e scomparve alcune volte nel corso del XVII secolo, entusiasmando i siciliani dell’epoca.
Verso la fine del mese di giugno del 1831, nel tratto di mare prospiciente la costa della cittadina di Sciacca, e a metà strada con l’isola di Pantelleria, si verificarono una serie di scosse sismiche di fortissima intensità, tali da essere avvertiti fino a Palermo. Le scosse causarono gravi danni a tutta la costa sud-occidentale della Sicilia.
Successivamente, alle forti scosse, gli abitanti delle coste e gli equipaggi di alcune navi di passaggio, affermarono di aver visto colonne di fumo uscire dall’acqua e zampilli di lava eruttati. Nei giorni successivi, i pescatori locali, segnalarono che in una zona specifica del mare, l’acqua ribolliva continuamente e vi era una notevole moria di pesci. La completa emersione dell’isola avvenne la notte tra il 10 e 11 luglio. L’Isola chiamata Ferdinandea, in realtà non è altro che una vasta piattaforma rocciosa situata ad una profondità compresa tra i 6 e 8 metri sotto la superficie del mare, di fronte le coste della cittadina di Sciacca, nel Canale di Sicilia. Questa piattaforma rocciosa, sembrerebbe la bocca di un vulcano sommerso, che a seguito dell’eruzione e dell’accumulo di materiale lavico emerse dal mare formando un isolotto. Nel 1831, dall’eruzione sottomarina si formò un’isola che crebbe fino ad avere una superficie di circa 4 km² e 65 m di altezza. Si presentava con forma conica, dovuta all’attività vulcanica, con una superficie rocciosa formata interamente da residuo di precedenti eruzioni. Nella superficie dell’isolotto erano presenti due laghetti sulfurei, costantemente in ebollizione. Essendo composta prevalentemente da tefrite, materiale roccioso eruttivo facilmente erodibile, l’isola Ferdinandea non ebbe lunga vita, infatti a conclusione del processo eruttivo, per effetto dell’erosione dell’azione delle onde e la subsidenza dell’isola stessa, scomparve definitivamente nel gennaio del 1832, ponendo fine alle dispute creatasi tra i diversi stati tra i quali: Francia, Inghilterra, Italia… che ne reclamavano la sovranità, soprattutto per la posizione strategica, ottima per gli approdi delle flotte, sia mercantili che militari, nel Mar Mediterraneo.
L’Inghilterra, che con l’ammiraglio Percival Otham, si trovava nelle acque antistante l’isoletta, vi approdò prendendone possesso in nome di sua maestà britannica, chiamandola isola di “Graham” in onore del Banco di Graham, nome del banco sottomarino costituente l’area in cui si trova l’isola.
I Francesi per contrastare l’azione Inglese, inviarono il brigantino “La Flèche” comandato dal capitano di corvetta Jean La Pierre. I francesi furono gli unici che fecero approfondite ricerche, rilievi e ricognizioni nell’isola, fino al 29 settembre del 1831, stabilendo che l’isola era sotto l’effetto dell’erosione e che sarebbe sprofondata.
Inglesi e francesi approdarono sull’isola senza chiedere il permesso al re Ferdinando II di Borbone, nonostante l’isola fosse nelle acque antistante le coste siciliane, allora il re, constatato il grande interesse che aveva suscitato l’isoletta nei confronti di tanti stati, e dall’amore dei siciliani nei suoi confronti, inviò sul posto la corvetta bombardiera Etna, al comando del capitano Corrao, il quale sceso sull’isola piantò la bandiera borbonica battezzandola con il nome di isola Ferdinandea, in onore del Re Ferdinando II di Borbone.
Non passò molto tempo che il pronostico dei francesi si realizzò, infatti l’8 dicembre del 1831 il capitano Allotta, del brigantino Achille, ne costatò la lenta scomparsa sotto le onde del Mar di Sicilia.
Altre due volte l’isola è ricomparsa, nel 1846 e nel 1863, per sparire definitivamente pochi giorni dopo.
Oggi di essa rimangono i ricordi di tanti nomi dati, Isola Giulia, Nerita, Corrao, Hotham, Graham, Sciacca Ferdinandea ma in realtà “L’Isola che non c’è” non è altro che uno scoglio dell’apparato vulcanico sottomarino, denominato Banco di Graham, situata a 6 metri sotto il livello del mare di fronte alle splendide spiagge saccense, caratterizzato da fenomeni sismici.
di Giusi Benigno.