E’ stato pubblicato il rapporto “Mare Nostrum” di Legambiente, che piazza la regione Siciliana al terzo posto in Italia, per numero di infrazioni commesse nel 2019. Da quanto emerso le infrazioni sono 2627, 7 al giorno.
Legambiente, dopo aver raccolto i dati dalle forze dell’ordine e dalle capitanerie di porto, ha illustrato nel rapporto le violazioni che riguardano il cemento sulla costa, scarichi inquinanti nel mare e la pesca di frodo. Nella classifica, la Sicilia è in fondo, solo Puglia e Campania fanno peggio.
Ciò che emerge nella nota, è che rispetto allo scorso anno i reati contestati sono in crescita del 15 percento. In Sicilia ci sono state 2.344 denunce o arresti e 605 sequestri, con la certezza però che tutto ciò sia solo una parte di quanto è emerso dalle indagini delle forze dell’ordine.
Da quanto dichiarato da Legambiente sembrerebbe che oltre al fatto che queste regioni del sud siano “quelle con le costiere più ampie”, sono anche le “regioni a tradizionale presenza mafiosa”. La classifica nazionale per numero assoluto di reati contestati vede in vetta la Campania, che primeggia nella classifica, per il cemento, per l’inquinamento e per la navigazione fuorilegge. La Sicilia ha invece il primato nella pesca di frodo.
“Per qualche mese ci siamo illusi che qualcosa potesse cambiare.”- Si legge nella nota di Legambiente – “Durante il lockdown, abbiamo assistito a come la natura, senza l’invadente presenza dell’uomo, in molti casi si sia ripresa i suoi spazi”. Questa è una chiara “dimostrazione di quanto incida negativamente la pressione antropica sull’ecosistema e, ancor più, di quanto sia devastante l’impatto delle attività illecite”.
Paolo Fiorentino