Approfitta dell’ospitalità di una coppia di amici per rapinarli e picchiarli insieme a un complice accanendosi persino contro un neonato di undici mesi che resterà sfregiato a vita dopo avere rimediato un profondo taglio dell’arcata sopraccigliare.
I due presunti protagonisti della brutale aggressione, in passato coinvolti in vicende simili, rischiano adesso una condanna. Il pubblico ministero Gianluca Caputo, ieri mattina, al termine della requisitoria, ha chiesto 6 anni di reclusione per Alin Dragos Rauta, 31 anni e 4 anni e 4 mesi per Gheorge Bogdan Tanase, 22 anni, entrambi romeni di origine ma residenti a Licata da tanti anni.
L’episodio è avvenuto nella notte fra il 30 e il 31 agosto scorsi. Tutto nascerebbe dall’intenzione di rubare 400 euro a un connazionale. Rauta era ospite di una coppia di amici. Per questo sapeva che l’uomo, quella sera, aveva con sé i soldi. Insieme a Tanase, quindi, avrebbero deciso di seguirlo in un bar e, quando l’uomo uscì e si avviò nel retro, sarebbero entrati in azione per rapinarlo: il trentatreenne sarebbe stato preso a pugni, calci, ceffoni e picchiato con alcuni colpi di sedia alla schiena. L’uomo fu soccorso in ospedale dove gli furono messe a referto lesioni, alla schiena, alla testa e al naso, guaribili in otto giorni.
Dopo averlo brutalmente pestato, lo rapinarono di 400 euro che teneva della tasca dei pantaloni. Il solo Rauta, subito dopo, sarebbe andato a casa sua dove c’era la moglie e il figlioletto. L’intenzione era quella di terrorizzarli per costringerli a non denunciare nulla di quanto accaduto. La donna gli aprì subito perché non sapeva nulla di quanto era accaduto prima e, peraltro, fino a quel momento lo riteneva un amico ed era ospite a casa sua. La ragazza, che deve ancora compiere 26 anni, aveva in braccio il figlioletto di appena undici mesi. Appena la povera donna aprì la porta, il connazionale l’avrebbe spintonata con violenza facendola cadere a terra insieme al figlio. Il piccolo sbattè la faccia e riportò una lesione dell’arcata sopraccigliare destra con un taglio di un centimetro e mezzo che si trasformerà in uno sfregio permanente. Poi, prima di andare via, la minaccia indirizzata al marito: “Digli che da domani in poi da casa non esce, deve scomparire da Licata altrimenti gli finisce male”.
fonte gds