La nave è sbarcata a Lampedusa e già il sequestro probatorio della Mare Jonio è stato notificato al comandante dell’imbarcazione, Pietro Marrone, convocato d’urgenza dalla Guardia di Finanza a Lampedusa. Il sequestro è stato disposto dalla Procura di Agrigento, che ha aperto una inchiesta per favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Al momento non ci sarebbero indagati.
La nave è stata fatta sbarcare ieri sera a Lampedusa. A bordo, con gli uomini della Guardia di finanza, c’erano i 48 migranti, salvati domenica pomeriggio al largo della Libia; l’unico a scendere era stato un naufrago portato prima al Poliambulatorio per accertamenti e poi nel centro di accoglienza dopo che il medico Pietro Bartolo ha escluso l’ipotesi della polmonite.
Mare Jonio è giunta in porto scortata da due motovedette della Gdf, il primo volto illuminato dalle luci del molo è stato quello di Luca Casarini a prua. All’arrivo urla di giubilo provenienti dall’interno della nave: i naufraghi, tra cui 14 minori, tutti di origine africana, urlavano “liberté…liberté”. Sullo scafo è salito Pietro Bartolo per accertare le condizioni fisiche dei migranti: quando il medico ha fatto il segno col pollice che tutto era ok è cominciato lo sbarco.
Il primo a scendere dalla scaletta è stato un ragazzo avvolto in una sciarpa bianca. Dal molo è partito qualche applauso; c’era anche don Carmelo La Magra, parroco dell’isola che poco prima aveva esposto, assieme ad altre persone, davanti alla Porta d’Europa in memoria dei migranti morti in mare un lungo striscione rosso con la scritta “Aprite i porti”. I naufraghi sono stati avvolti nelle coperte termiche: due gruppi sono saliti su altrettanti mezzi della polizia, un terzo in una ambulanza; sono stati portati nel centro di accoglienza in contrada Imbriacola.
Tra i migranti c’è anche chi ha tentato di fuggire da guerre e povertà attraversando il Canale di Sicilia a bordo dei barconi ma per cinque volte è stato rispedito in Libia. Il migrante africano ora si trova nel centro di accoglienza dell’isola, assieme agli altri naufraghi. “Addosso porta i segni dei maltrattamenti subiti nei campi libici”, raccontano i soccorritori. I migranti stanno trascorrendo la loro prima notte sulla terraferma.