Chi sarà il prossimo sindaco di Mazara? Si chiede però ai sondaggi quello che i sondaggi non possono dare. I sondaggisti, in vari casi, scambiano le elezioni comunali con quelle politiche, cioè sommano i voti dei partiti, come succedeva nella Prima repubblica. Effettivamente così era. Nella Prima Repubblica gli scostamenti per tutti i partiti erano di uno o due punti percentuali ogni cinque anni e le comunali rispecchiavano perfettamente gli “equilibri politici”, cioè non si discostavano dal voto politico. I voti erano quasi pacchi postali che si potevano spostare secondo le decisioni dei maggiorenti politici, a prescindere dal candidato. Era così. Non è più così. Intanto perché impazzano le liste civiche. Basti un solo esempio: un candidato di Bari del centro-sinistra, viene eletto sindaco con il 66,7 per cento al primo turno e nello stesso momento, gli stessi elettori, sulla scheda per le Europee, danno al centro-sinistra molto meno del 30 per cento. Stesso giorno, stessi elettori. Quando si vota per il sindaco si elegge il sindaco, quando si vota per le Politiche e le Europee si vota per il Parlamento nazionale o europeo, gli elettori lo sanno! Il punto cruciale del modello è che la gente, quando va a votare alle Comunali, raramente si chiede quale sia il miglior partito o schieramento politico che possa guidare la città, ma qual è il miglior sindaco, cioè la migliore persona, che può guidare la città. Ovviamente, c’è chi esprime un voto d’appartenenza politica, ma non sono la maggioranza. Lo spessore della persona è l’aspetto più facile da indagare: significa come la persona è vista, com’è percepita, quello che ha fatto nella vita; il grado generale di affidabilità che emana. In una parola è il suo valore, a prescindere dallo schieramento politico favorevole o avverso. La sua adeguatezza significa che, trattandosi di elezioni in cui bisogna comunque conquistare almeno il 40% al primo turno, dev’essere uno che possa essere votato dalla maggioranza quasi assoluta della popolazione. Nella storia italiana, nella storia effettiva, non c’è nessun ruolo politico che più del sindaco ingeneri emozioni e rispecchiamenti emotivi dell’elettore. Lasciate perdere i programmi astratti, onnicomprensivi e le liste di parole d’ordine che non smuovono nessun sentimento. Il sindaco è insieme il capo-condomino e il simbolo della città: è una chimica strana, che però si lega in maniera stringente. Diceva il Presidente Lyndon Johnson che «quando il peso della Presidenza mi sembra troppo pesante, allora penso che potrebbe essere ancora peggio, se facessi il sindaco». Il sindaco è una figura peculiare, non una figura minore. Bisogna prenderne atto.
Salvatore Giacalone