Oggi non voglio parlare di elezioni amministrative di Mazara, tanto lo sapete, i candidati a sindaco sono sempre tre, il centro, perché la destra appoggia il sindaco Salvatore Quinci, non ha ancora deciso malgrado le molte riunioni che fanno in diverse sedi, Trapani, Castelvetrano, anche Mazara. Non riescono a cavare un ragno dal buco. Il centro di sinistra perché anche in questo caso il centro sinistra non esiste dopo che il M5S appoggia la sindacatura di Cristaldi, deve inventarsi qualcosa per essere presente, presumo, alle prossime elezioni amministrative che non si sa quando si svolgeranno. Si deve aspettare, sembra, la legge regionale sule province, si devono aspettare le europee, cioè bisogna aspettare sempre. Noi siciliani aspettiamo sempre, siamo pazienti, da secoli. All’interno di questi giochi di esponenti di partiti ci sono i compromessi. Il compromesso è la strategia preferita da tutti coloro che vogliono evitare conflitti. Oggi, in politica, sia a Roma che a Mazara, si vive di compromessi, ormai è un uso degradato che uccide anche lo sviluppo intellettivo e spesso anche economico ed aumenta la pericolosa curva dell’affarismo. .”IO ti appoggio ma tu mi devi dare un assessorato o un incarico in qualche partecipata”. D’altro canto, se ci fate caso, sin da bambini ci insegnano che ottenere sempre quello che vorremmo è difficile, e che prima impari ad accettare le cose che la vita ti dona senza grosse pretese e prima imparerai. Ci si abitua così – soprattutto con l’avanzare degli anni – ad accontentarsi di ciò che abbiamo, sempre più convinti della fortuna che la vita ci ha comunque riservato, nonostante le delusioni, nonostante le perdite, nonostante tutti i compromessi. La politica ormai è questa: elezioni amministrative in cui si devono eleggere il sindaco e 24 consiglieri comunali, vive di questi compromessi. Altra storia: simboli di partiti che scompaiono, simboli di liste civiche di fantasia che spuntano come funghi anche con nomi di Santi. Ed in queste realtà ci si lamenta perché la gente diserta le urne. Non va a votare perché è stanca, delusa, anche frastornata dalle continue richieste di voto da parte di parenti , amici e vicini di casa, e’ confusa, non sa più per chi votare e preferisce restare sul divano a vedere la TV. Gli ideali, quelli rappresentati dalle bandiere dei partiti, son rimasti in soffitta. Nelle amministrative di Mazara del 2019, andò alle urne il 65% degli elettori cioè circa 26 mila su 40 mila aventi diritto. E gli altri 24 mila ? Ma perché non siate andati a votare? Il voto è un diritto – dovere. Alla prossima.
Salvatore Giacalone
7 Febbraio 20241