In qualsiasi campo e settore della vita pubblica si incontrano furbi, nella politica, spesso, negli affari, nel lavoro, dall’altra parte c’è gente che lavora di gomiti e vuole andare avanti con le proprie idee senza scorciatoie. Il pensiero comune tende a confondere furbizia e intelligenza. Non parliamo delle prossime elezioni amministrative di Mazara, in cui furbizia ed intelligenza si confondono e confondono anche gli elettori. La furbizia è un uso del raziocinio sempre rivolto a uno scopo, ma mai capace di guardare al di là di quel singolo scopo, alle conseguenze ulteriori e di più larga scala. La furbizia è l’utilizzo puramente strumentale del raziocinio, la riflessione sui mezzi e le azioni che portano a un obiettivo L’invenzione della ruota per facilitare i trasporti non è furbizia bensì intelligenza. All’inizio, per esempio. ci trovammo tutti impreparati davanti al virus sconosciuto che partito da lontano in poco tempo cominciò ad ammazzarci in casa nostra. Forse è stata una delle poche volte in cui ci siamo sentiti tutti fessi, degli sciocchi uniti dalla paura, dal non sapere che cosa fare e come reagire al morbo. Chiusi in casa, guardavamo dai balconi e cercavamo la vita. Sono passati oltre due anni e la gran parte degli italiani sono tornati furbi, e ormai non c’è giorno che non si legga delle mille trovate per sfuggire a questa o quella restrizione. Eterna lotta quella tra fessi e furbi. Un tempo, almeno a me sembra, i fessi erano la gran parte: quelli che pagavano il dovuto, che faticavano per studiare e conquistare un posto di lavoro, una casa per metter su famiglia. E non c’è più storia, se domandi a qualsiasi persona se preferisca esser fesso o furbo su quale sarà la scelta. “In Italia il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere di averle”. Lo diceva Giuseppe Prezzolini, scrittore, giornalista, uomo dalle mille sfaccettature. Un tempo qualcuno ci avrebbe spronato ad avere fede nell’intelligenza, che avrebbe alla fine vinto. Ma non è così, perché il furbo, che sta sempre davanti, molte volte se ne frega dell’intelligenza, mentre l’intelligente lo troviamo spesso fesso. Non se ne esce, una società più giusta, più equa, dovrebbe bandire i furbi e premiare i tanti altri, ma chi se la sente di dire: il fesso sono io?
Salvatore Giacalone
27 marzo 2023