Vorrei esprimere la mia personale solidarietà ai marsalesi, specialmente quelli che abitano nella zona dello Stagnone, che hanno deciso di dare una rinfrescata alla propria abitazione, che so, magari rifacendo il prospetto o sostituendo gli infissi.
Parecchi di loro, infatti, si sono trovati sicuramente ad avere a che fare con la sovrintendenza ai beni culturali ed ambientali di Trapani, la quale, giustamente, ha fornito delle prescrizioni per fare in modo che l’impatto del loro immobile sull’ambiente circostante fosse il più armonioso possibile.
Così se il sig. Tizio avesse pensato ad esempio, di ridipingere di un bel turchese fosforescente le finestre, o magari dare un tocco di romanticismo costruendo una bella piscina a forma di cuore, sarebbe stato immediatamente multato.
Ebbene, sappiate, cari concittadini, che tutto questo non accade quando c’è di mezzo il Teatro Comunale Eliodoro Sollima, che pur essendo un monumento storico di notevole valore, può essere tranquillamente deturpato senza che l’Ente Regionale ne sia messo a conoscenza.
Già! Perché all’amministrazione comunale sarebbe bastata una “discussione orale” con un dirigente della Sovrintendenza per sentirsi autorizzata a dipingere i palchetti del teatro con la stessa vernice impregnante che in genere si usa per proteggere le persiane di casa.
Se poi quella vernice rovina uno dei teatri più antichi e belli di tutta la Sicilia, rendendo invisibili le sue splendide decorazioni ottocentesche, abbagliando gli spettatori con i suoi riflessi e persino rovinandone l’acustica perfetta, questo è argomento che non tocca in alcun modo la sensibilità del primo cittadino e della sua squadra di giunta, giunta Young, commissione cultura, esperti e quant’altro.
Certo, bisognava adempiere ad un ordine dei Vigili del Fuoco, almeno così pare di capire dalle parole del sindaco Grillo, per rendere ignifugo il Teatro e dunque per la sua stessa salvaguardia e per quella degli spettatori.
E’ lecito chiedersi, tuttavia, se quella adottata dall’amministrazione comunale fosse davvero l’unica soluzione possibile. La domanda è: come hanno agito gli enti che gestiscono teatri come il Massimo di Palermo, ad esempio, che presentano, su scala più ampia, le medesime caratteristiche strutturali, e dunque gli stessi rischi di incendio del Teatro Comunale di Marsala ?
Anche loro hanno cosparso di impregnante le parti lignee del Teatro? E’ lecito quantomeno farsi qualche domanda.
La cosa che lascia del tutto basiti, è che la stessa amministrazione comunale che si preoccupa di rimuovere il murales dedicato alla povera Marisa Leo, poiché “deturpava” un bene di valore storico, non si ponga alcun problema nel rovinare uno dei beni più importanti e fragili della nostra comunità.
Mi auguro dunque, quale fruitore del Teatro Comunale di Marsala, e quale presidente del Movimento Artistico Culturale città di Marsala, che la visita della Sovrintendenza al Teatro Sollima prevista per lunedì prossimo faccia un po’ di chiarezza sull’intera vicenda, e, soprattutto, che si possa trovare la migliore soluzione possibile per ridare luce (è proprio il caso di dirlo) e dignità al nostro amato teatro Sollima.
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Il presidente del MAC
Avv. Salvatore Sinatra