Anche gli ottimisti più incalliti non possono negarlo: il periodo non è per niente roseo. Tant’è che sorridere alla vita sta diventando un’impresa ciclopica, a meno che non si sia dotati di una grande, immensa fiducia nel futuro. In effetti, alzarsi alla mattina e sentirsi carichi di positività negli ultimi tempi è abbastanza difficile. Ma siccome non si può (e non si deve) soccombere, bisogna trovare ogni giorno qualche spunto per tentare di sopravvivere al meglio. O alla meno peggio, a seconda dei risultati degli sforzi compiuti. Ecco che arriva il compromesso che è la strategia preferita da tutti coloro che vogliono evitare conflitti. Per esempio, in campo politico (ricordiamo il famoso compromesso storico proposto da Berlinguer nel 1973 per raccogliere le forze che rappresentavano la maggioranza degli italiani) è spesso necessario per arrivare a proposte concrete e realizzabili. Oggi, in politica, sia a Roma che a Mazara, diciamolo chiaramente, si vive di compromessi, ormai è un uso degradato che uccide anche lo sviluppo intellettivo e spesso anche economico ed aumenta la pericolosa curva dell’affarismo. Di “affari” in politica se ne sono fatti parecchi, alcuni scoperti, altri meno ma si sono riempite pagine di giornali. Per le prossime ammnistrative di Mazara sono già pronti gli schieramenti: centro destra, centro sinistra, centro, gruppi solitari a guastatori di giochi, quelli che vanno da uno schieramento all’altro con molta nonchalance. Si vive di compromessi del “do ut des”. Poi possono esserci i tradimenti ma questo è un altro doloroso capitolo che nulla ha a che vedere con il compromesso. Nella vita, è vero, facciamo compromessi in ogni occasione: compromessi in famiglia – pur di far funzionare le cose, compromessi con il datore di lavoro, a volte anche compromessi con la propria coscienza. Senza nemmeno rendercene conto arriviamo ad un momento in cui – pur di non avere scocciature, pur di non tornare a stare male – scendiamo a compromessi quasi automaticamente. Per i giovani la scalata per il successo è così importante che affermano, senza troppi problemi di fare qualsiasi cosa pur di lavorare. Da una indagine di Skuola. Net risulterebbe che il 17% di loro, addirittura non si farebbe troppi scrupoli a fare qualcosa che ha sempre considerato sbagliata. E non finisce qui: oltre 1 su 2 sarebbe disposto ad accettare compromessi, anche se non proprio tutti, dipende da cosa gli viene proposto. A restare profondamente ancorato ai propri valori è il 27% dei giovani alla ricerca di lavoro.
Voglio abbracciare il pensiero positivo. La storia racconta di continui miglioramenti. A 360° e per tutti. Compresi i più sfortunati. E sempre la storia racconta che l’essere umano si è sempre risollevato forse anche a furia di compromessi migliorativi. Quindi, facendo mie le parole cult di Rossella O’Hara, vi saluto con un «Domani è un altro giorno», sicuro che se non sarà domani, sarà dopodomani. Che sia vero o no, l’importante è continuare ad avere fiducia nel futuro. Alla prossima.
Salvatore Giacalone
22 novembre 2023