Violenza sessuale: arrestato insulta giornalisti su Fb
Uno dei 4 denunciati da 18enne, mi state infangando nessun abuso
(ANSA) – Con un post sul suo profilo fb, si difende e attacca i giornalisti, rivelando di fatto anche la sua identità, uno dei quattro ragazzi arrestati, due giorni fa, dai carabinieri, a Campobello di Mazara (Tp), per violenza sessuale su una 18enne. G. T., 20 anni, uno dei due giovani ai domiciliari, insulta i cronisti che hanno raccontato la vicenda: “State facendo di tutto per infangare il mio nome, ne state dicendo di tutti i colori…Sapete soltanto giudicare senza nemmeno conoscere la verità, mi avete tirato in mezzo senza che abbia fatto niente.
La ragazza era a conoscenza di tutto! Non c’è stata nessuna violenza ! Nessuno abuso! Niente! (scritto tutto in maiuscolo ndr)”.
A finire in carcere sono stati due cugini di 23 e 24 anni, di Marsala, mentre ai domiciliari, oltre a G.T., è stato posto anche un altro ragazzo di 21 anni. Per tutti l’accusa è di violenza sessuale di gruppo aggravata. Un minorenne è indagato a piede libero.
Il padre della diciottenne, che inizialmente aveva difeso i quattro arrestati definendoli dei “bravi ragazzi” che avrebbero aiutato la figlia perchè era ubriaca, successivamente ha creduto al racconto della ragazza sostenendola nella sua decisione di denunciare tutto ai carabinieri.
Per lunedì prossimo sono fissati gli interrogatori davanti al gip del Tribunale di Marsala, Riccardo Alcamo. (ANSA).
Violenza sessuale: padre ragazza, sono al fianco di mia figlia
Post su Fb, inizialmente non ho capito poi ho condiviso denuncia
(ANSA) – A due giorni dagli arresti, parla il padre della 18enne che ha denunciato di essere stata violentata da quattro giovani in una villa della borgata marinara di Tre Fontane, nel Trapanese. L’uomo, che è affetto da cecità, interviene con un lungo post sui social, dopo le polemiche sollevate dal fatto di avere inizialmente definito dei “bravi ragazzi” gli arrestati, salvo poi sostenere la figlia nella sua scelta di presentare denuncia.
“Ancora oggi, con sdegno, devo dire che questa versione dei fatti non la conoscevo e sono stato all’oscuro di tutto perché mia figlia non sempre si è aperta completamente, forse per paura”, scrive l’uomo. Il papà della ragazza, rivolgendosi a quanti hanno commentato duramente sui social le sue dichiarazioni, scrive: “Voi non sapete cosa ha significato per me scoprire tutto. Dopo il processo pubblico, cioè quello del vostro giudizio, mi attende anche quello all’interno delle istituzioni. Tutto ciò vi sembra una cosa facile?”.
In un primo momento il padre della ragazza aveva appreso in modo sommario dalla figlia, arrivata a casa a notte fonda, cosa era accaduto. Ecco perchè ha telefonato a uno dei quattro presunti violentatori per incontrarlo. Il giovane, invece, si è presentato con gli altri tre indagati (due erano amici del figlio sin dall’infanzia). “Mi hanno raccontato – spiega – la loro versione dei fatti, cioè che non avevano fatto nulla di male a mia figlia, e io ci ho creduto e così mi sono fatto accompagnare dai carabinieri. Ecco perché quelle prime dichiarazioni. Poi, una volta a casa, mia figlia ha avuto modo di raccontarmi quanto successo e ho avuto modo di conoscere bene tutta la storia e così sono andato di nuovo dai carabinieri e ho messo a verbale che mia figlia aveva fatto bene a denunciare.
Tutta la famiglia è al suo fianco”. (ANSA).