Il cadavere di Paolo Giovanni Privitera è stato trovato ieri intorno alle 17, a poche centinaia di metri alla foce del fiume Belice, a Selinunte, nella zona del Ponte di Ferro. Il corpo galleggiava a faccia in giù sull’acqua e il recupero, effettuato dai vigili del fuoco, si è rivelato difficile a causa della presenza di una folta vegetazione spontanea. Sono intervenuti agenti del commissariato e loro colleghi della squadra mobile di Trapani che si trovavano già a Castelvetrano per le ricerche del cinquantenne scomparso il 31 ottobre. Sul posto anche la squadra dei Vigili del Fuoco di Castelvetrano, il Medico Legale Dott. Lipari, la Dirigente del Commissariato di Polizia di Castelvetrano Dott. ssa Vivona e la Dott. ssa Valentina Cristi della squadra mobile di Trapani, sezione omicidi.
Non si esclude che possa trattarsi di un suicidio ma tutte le ipotesi sono al vaglio degli inquirenti. Il riconoscimento è stato difficile perché il corpo è rimasto per alcuni giorni in acqua. Anche gli abiti che indossava appaiono deteriorati. La salma è stata portata all’obitorio del cimitero di Castelvetrano dove è stata effettuata l’ispezione cadaverica da parte del medico legale. Nei prossimi giorni dovrebbe tenersi l’autopsia.
A denunciare al Commissariato di Polizia la scomparsa di Paolo Giovanni Privitera, ex impiegato dell’Enel ed impiantista, era stato il figlio.
Paolo Giovanni Privitera lo scorso settembre aveva avviato una protesta pacifica lungo la strada del Filo, che collega Selinunte a Castelvetrano, esausto alla visione di discariche a cielo aperto nei pressi della stessa Strada. Lo stesso aveva deciso di iniziare lo sciopero della fame fino a quando la strada non sarebbe stata ripulita dai rifiuti: “Meglio morire di fame che intossicati di diossina perché lo Stato non esiste. Sono cittadini incivili che sostengono amministrazioni incompetenti, o sono queste che producono cittadini incivili? Chi è nato prima l’uovo o la gallina?. Poche ore dopo la sua protesta Privitera è stato convocato dal Commmissario Straordinario Caccamo con il quale ebbe la possibilità di confrontarsi per spiegare tutte le criticità.