In un’intervista alla Sicilia di Catania l’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, fa il punto sui passi avanti fatti nell’ultimo anno nel settore. «Abbiamo dovuto fare i conti con tante criticità – spiega tra l’altro Razza -. Il lavoro più intenso è stata la programmazione infrastrutturale, perché senza spazi ospitali non c’è buona sanità, e la riapertura della stagione dei concorsi». E l’assessore ricorda che centinaia di professionisti hanno scelto di tornare ad operare in Sicilia e che sono diminuiti notevolmente i viaggi di chi decideva di andarsi a curare in altre regioni. Di seguito, ecco le prime battute dell’intervista:
Assessore Ruggero Razza, oggi qual è lo stato di salute della sanità siciliana che, come sappiamo, deve fare i conti con le emergenze quotidiane relative ai fondi e alla carenza di personale?
«È un tema che, nel macro, può essere esteso a tante zone del Paese. In Sicilia, al pari di altre Regioni, abbiamo dovuto fare i conti con tante criticità, soprattutto nell’area occidentale. Il lavoro più intenso al quale ci siamo dedicati è stata la programmazione infrastrutturale, perché senza spazi ospitali non c’è buona sanità, e alla riapertura della stagione dei concorsi. Un impegno che avevamo assunto e che abbiamo mantenuto».
A proposito di carenza di personale, le azienda ospedaliere e sanitarie stanno cercando di incrementare le assunzioni anche attraverso la mobilità. E’ vero che spesso tanti medici ed infermieri preferiscono non scegliere la Sicilia? Come potere arginare questo fenomeno?
«Non è affatto così. In Sicilia da più di un anno stanno tornando centinaia di professionisti dal Nord. Se penso al solo bando per il personale infermieristico e OSS del San Marco di Catania, sono state oltre ottocento le domande di mobilità extra-regionale. E scelgono di nuovo la Sicilia anche tanti medici, che tornano grazie ai concorsi a tempo indeterminato che il nostro governo ha fortemente voluto. Sono segnali inequivoci, che non si prestano a interpretazione».