Insieme a Montepulciano, Positano, Amalfi e Portofino c’è anche Gibellina nell’elenco dei Comuni che hanno sottoscritto l’appello per salvare i «gioielli turistici d’Italia», ossia i piccoli e medi comuni turistici. Il cartello dei sindaci di trenta piccoli comuni italiani che basano la loro economia sui flussi turistici, è nato proprio in questo momento d’emergenza coronavirus. Il turismo interessa circa il 13% del Pil nazionale. «Siamo spesso eccellenze nell’agroalimentare, denominazioni di punta nel comparto vitivinicolo italiano, straordinari custodi di tesori e capolavori», spiegano i sindaci. «Anche noi siamo in ginocchio – spiega il sindaco di Gibellina, Salvatore Sutera – le nostre entrate sono ai minimi. Oggi a rischio è anche la cura del nostro straordinario patrimonio artistico, culturale, monumentale, architettonico, che è patrimonio di tutta Italia», dice ancora Sutera. I primi cittadini, dunque, non vogliono che il Governo li lasci da soli. Ecco perché chiedono l’istituzione di un fondo per le città turistiche, potere attingere, se disponibile, non solo all’avanzo di amministrazione di parte libera e destinata, ma anche a quello vincolato per affrontare con tutti gli strumenti la crisi in atto. «A gran voce chiediamo altresì risorse o strumenti per gli investimenti in manutenzione del nostro straordinario patrimonio architettonico, monumentale ed artistico – spiega ancora Sutera – questo patrimonio richiede cura e attenzione costanti nel tempo: le nostre risorse, in molti casi, non erano già sufficienti prima a garantire i necessari interventi per la tutela e la conservazione». I sindaci sono pronti a candidarsi a essere protagonisti di una nuova economia di prossimità, «e di un nuovo turismo più sostenibile, attento e consapevole che trovi in noi una destinazione turistica sicura, capace di accogliere nel pieno rispetto delle norme imposte dal coronavirus».
Max Firreri