Lo scandalo dei ritardi nella refertazione degli esami istologici all’ASP di Trapani continua ad allargarsi. Otto medici delle Anatomie patologiche degli ospedali di Trapani e Castelvetrano sono ufficialmente indagati. Le accuse sono pesanti: omicidio colposo, lesioni personali colpose e omessa vigilanza.
Secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbero oltre 3.300 gli esami istologici consegnati in ritardo, in alcuni casi dopo mesi di attesa. Tra questi, 352 riguardavano diagnosi tumorali notificate a pazienti quando la malattia era già in fase avanzata, con gravi conseguenze per le possibilità di cura e prognosi.
A fine marzo, per competenza territoriale, il fascicolo è stato trasferito dalla Procura di Marsala a quella di Trapani, dove si sarebbe verificata la presunta condotta omissiva. A coordinare l’indagine è il PM Antonella Trainito, con il supporto dei Carabinieri del NAS di Palermo. Gli avvisi di garanzia sono stati notificati nei giorni scorsi.
Contemporaneamente, i legali delle persone coinvolte hanno ricevuto notifica della richiesta di incidente probatorio, avanzata dal pubblico ministero al giudice per le indagini preliminari. L’obiettivo è cristallizzare le prove, soprattutto in relazione alle condizioni di salute dei pazienti, in alcuni casi ormai compromesse.
«Nei mesi scorsi avevamo sollecitato l’incidente probatorio per non perdere elementi fondamentali – spiega Niccolò Grossi, legale di Maria Cristina Gallo, insegnante di Mazara del Vallo che ha scoperto di avere un tumore al quarto stadio dopo otto mesi d’attesa per il referto. Fu lei a denunciare pubblicamente la vicenda, con il supporto del vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, che a gennaio ha presentato due interrogazioni parlamentari.
Il numero delle vittime, nel frattempo, continua a salire. Il 6 maggio è morto un uomo di 87 anni di Marsala, colpito da un carcinoma squamoso. Aveva atteso quasi dieci mesi per ricevere l’esito dell’esame. A raccontare la sua storia era stata la figlia, Valentina Codretto. Nei mesi precedenti era deceduto anche un paziente di 68 anni originario di Partinico, dopo cinque mesi di attesa.
«Fin dall’inizio ho ribadito che questa dolorosissima vicenda pretende verità e giustizia – commenta Giorgio Mulè – per chi non c’è più e per chi sta lottando. L’accertamento delle responsabilità è un passo fondamentale».
Nei prossimi mesi saranno valutate anche le eventuali responsabilità amministrative e si attende la decisione del GIP in merito alle modalità di acquisizione delle prove. Al momento sono previste una decina di udienze per gli incidenti probatori e le perizie medico-legali.