Gli equipaggi dei pescherecci di Mazara che vanno a gamberoni sono preoccupati. E’ stata segnalata nel Mediterraneo centrale la presenza del “granchio blu”, un crostaceo molto pericoloso che sta arrecando danni ingenti alle reti dei pescatori e distruggendo larve di crostacei e molluschi. L’allarme arriva dalla Tunisia dove è crollata la produzione di gamberoni. Si tratta di una specie aliena per il Mediterraneo in quanto sarebbe originaria del Mar Rosso. A Tunisi, biologi marini ed esperti hanno lanciato l’allarme per la presenza del “portunus segnis”, meglio conosciuto come “granchio blu”, un pesce molto vorace, che sta letteralmente invadendo le coste libiche e tunisine e si sta espandendo a macchia d’olio. I riflessi per la marineria di Mazara sono preoccupanti, considerato che diversi pescherecci vanno alla pesca di gamberoni nel Mediterraneo centrale. Gli ultimi dati dicono che la quantità di questo crostaceo, pescata dalla marineria di Mazara, in un anno ammonta a circa 1.800 tonnellate. Con un ricavo complessivo che si aggira intorno a 40 milioni di euro. Negli anni ‘80 era intorno a 3. 000 tonnellate, una forte diminuzione di quantità dovuta ai mari meno pescosi, alla pratica dei sequestri di natanti ad opera dei militari tunisini e libici, che avvengono in acque internazionali ma che i due Stati le reputano acque nazionali, e ad una forte riduzione dei pescherecci per questo tipo di pesca che ha richiesto, nel tempo, molte innovazioni strumentali. Malgrado ciò, la cattura di questo crostaceo, per Mazara del Vallo, è stata ed è centrale. La pesca viene praticata quasi tutto l’anno, anche se le catture più rilevanti, sotto il profilo quantitativo, si hanno nella tarda primavera e in estate. Del “granchio blu” se ne è discusso nel corso di una visita del presidente del distretto della pesca di Mazara, Giovanni Tumbiolo a Tunisi dove ha incontrato il primo ministro Youssef Chahed ed il Ministro dell’Agricoltura Samir Tajeb (già ospiti delle passate edizioni di Blue Sea Land) ed il Sottosegretario di Stato con delega al mare, Abdallah Rabhi. Un altro fenomeno estremamente importante riguarda una specie di crostaceo mediterraneo un tempo raro, che oggi sta letteralmente colonizzando i fondali a gambero bianco, dove operano le flotte italiane. In merito all’allarme granchio blu, interviene il Prof. Franco Andaloro, esperto dell’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo: “Il granchio blu –spiega Andaloro- è una specie aliena che in questo momento sta diventando invasiva nel Mediterraneo Centrale sconvolgendo gli equilibri ecologici e l’economia della pesca in Tunisia. Contemporaneamente, è stata già segnalata la sua presenza nei mari italiani. Un altro fenomeno estremamente importante riguarda una specie di crostaceo mediterraneo, un tempo raro, che oggi sta letteralmente colonizzando i fondali a gambero bianco dove operano le flotte italiane. Questi fenomeni –continua il prof. Andaloro- sono probabilmente connessi anche al cambiamento climatico e allo stato di sofferenza del Mediterraneo e vanno studiati ed affrontati, con ricerche congiunte fra Italia e Tunisia, attraverso percorsi di mitigazione e adattamento fra i quali l’educazione e la sensibilizzazione nei confronti dei consumatori affinchè queste specie diventino una risorsa alimentare cosicchè la loro pesca ne contenga la diffusione. Interessanti ricerche in questi campi sono portate avanti dalla Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli”. Oltre a questo problema del granchio blù, Tumbiolo e Rabhi hanno avuto un lungo e cordiale colloquio ed incontrato insieme i vertici delle istituzioni governative (Utap, Gipp), scientifiche, rappresentanti dei pescatori e dell’industria ittica per trattare argomenti spinosi e complessi da cui dipendono molto gli equilibri ambientali, produttivi e relazionali nel Mediterraneo occidentale. E’ stata fissata il 5 dicembre la data dell’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo in cui saranno trattati con i massimi esperti le questioni relative alla regolamentazione del Mammellone, ai piani di gestione e alla salvaguardia dei banchi di pesca.
Salvatore Giacalone