ll risultato delle ultime elezioni Politiche italiane ed anche delle ultime amministrative, ha riacceso il dibattito sul reddito di cittadinanza, se pur in maniera sfumata ma l’argomento è sempre di attualità. E’ il cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle, mentre è avversato dall’amico e poi antagonista Matteo Salvini della Lega. Al di là degli schieramenti politici, il dubbio è sempre lo stesso: si tratta di una misura puramente assistenziale o è l’unico modo per ridistribuire ricchezza? Gli argomenti a favore e contro sono diversi. Rischia di essere una misura assistenzialista, soprattutto in un paese come l’Italia, o darebbe addirittura la possibilità di prendersi qualche rischio in più a chi cerca lavoro o ha ambizioni imprenditoriali? Il reddito, in sostanza, come inizio di una nuova vita per il disoccupato? Alcuni lo hanno fatto o lo stanno facendo, altri attendono passivamente il “mensile”. Si discute anche sul reddito di cittadinanza che risentirebbe spesso di un vizio formale causato dalle diverse nomenclature utilizzate. Si discute, infatti, spesso facendo confusione, di un reddito di cittadinanza o di un reddito minimo garantito. Tra le due opzioni esistono differenze sostanziali che giustificano differenti prese di posizione: se il primo è una misura universale e incondizionata – cioè non condizionata allo svolgimento di un’attività lavorativa e estranea alle logiche salariali – il secondo è condizionato da fattori quali la soglia di povertà, la reciprocità di obblighi, lo svolgimento dell’attività lavorativa proposta. In Italia, il governo Conte M5S-Lega, il 17 gennaio 2019, ha approvato il decreto-legge “Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni”, entrato in vigore il 29 gennaio 2019. La misura portata avanti dal M5S si configura però più come un reddito minimo garantito, visto che il beneficio previsto non è né universale né incondizionato. Le discussioni vertono tanto su problematiche economiche, quanto su argomentazioni di carattere ideologico e morale. Ma il punto è un altro: con la scadenza del reddito di cittadinanza, cosa accadrà?. Attualmente ne usufruiscono oltre due milioni di italiani, la soglia di povertà ha recuperato in percentuale ed ora si attesta sull’8%, (indagine Istat) ma si è provveduto o pensato a cosa succederà quando oltre due milioni di italiani non avranno più il reddito di cittadinanza?. E’ probabile che dietro l’angolo ci sia qualche novità ma , per piacere, lo chiedono gli oltre due milioni di italiani, che la dicano e non si cominci a fare il gioco dell’oca, cioè saltiamo le caselle per poi ritornare indietro.
Salvatore Giacalone