L’umanità smarrita che ci consegnano le immagini di questa inutile guerra collezionano ansie nuove e paure perdute. Quei treni, stipati con migliaia di persone, che fuggono da quel dramma, che faticosamente superano la frontiera per approdare ad una terra nuova, sono diapositive che il nostro immaginario collettivo già conosce, da oltre un secolo. Chi ha creduto che un lungo periodo di pace potesse mutare gli equilibri del mondo sbagliava. Le nemesi si ripetono puntuali. Per ora, in Ucraina gli sfollati sono oltre 500 mila, dicono, , potrebbero essere, alla fine, più di 7 milioni, da redistribuire sul territorio europeo. Un atto doveroso verso chi fugge dalle bombe e dalla guerra. La doppia morale del Vecchio Continente. I conflitti presenti in Africa hanno, paradossalmente, un altro spessore. Ci sono stati momenti, anche nel nostro Paese, dove un barcone con duecento migranti poteva essere salvato ed invece, a volte , era sottoposto ad un qualche respingimento. Oggi, di fronte a milioni di esodi, la gente scende in piazza, esprime il suo disprezzo verso Putin, prepara quanto può per accoglierli. Le regole non scritte dell’ incoerenza. Situazioni diverse, certo, ma entrambe drammatiche e crudeli, dove l’uomo vive pienamente la tensione e la tragedia della guerra. Non sappiamo ancora, esattamente, come finirà. È un momento storico delicato e convulso. Sono giorni e notti di lunghi interrogativi. Ma un giorno finirà e raccoglieremo gli stracci da una guerra voluta per fame del potere, di conquistare territori confinanti, ma per fare cosa?. Ci si interroga molto sulle motivazioni che hanno spinto Vladimir Putin a invadere l’Ucraina. C’è chi lo prende per pazzo. Non ci sono risposte facili, può aiutare però a farsi un’idea ripercorrere i 23 anni che ha trascorso al potere: quel che emergerà è che è passato da una guerra all’altra, letteralmente dal primo giorno che divenne premier, il 9 agosto 1999. Da allora la guerra è stata la lingua con cui ha regolato le sue relazioni internazionali, tanto con le repubbliche ex-sovietiche confinanti, tanto con l’Occidente. La sete del potere e null’altro. Alla prossima.
Salvatore Giacalone
21 giugno 2022