La politica purtroppo in Italia dopo Tangentopoli ha dimostrato di non essersi lasciata alle spalle questa triste piaga corruttiva, ma anzi ha dato la peggiore prova di se stessa, sia per l’inefficienza dell’azione politica, ma soprattutto per essersi trasformata da sistema funzionale principalmente all’interesse del partito a sistema funzionale all’interesse esclusivamente personale e dei pochi gruppi politici – affaristici.
Per tanto lo sdegno dei cittadini si è focalizzato soprattutto sull’enorme distanza creatasi tra classe politica e Paese pulsante fatto di cittadini il cui unico triste obiettivo è diventato la sopravvivenza quotidiana, privata della dignità del vivere e della prospettiva del futuro. Purtroppo però questa cittadinanza vessata e umiliata utilizza sempre più come forma di protesta, erroneamente a mio avviso, di non recarsi alle urne. Votare però è anzitutto un diritto-dovere costituzionale, ed è l’unico strumento con cui il cittadino può interagire con la politica e i suoi equilibri.
È una questione matematica: le percentuali di voto dei partiti vengono calcolate sul totale dei soli votanti, non su tutti gli aventi diritto a votare (astenuti compresi). Se votano solo il 50 % degli italiani, i partiti votati da questi cittadini (magari per sole clientele o interessi diretti) si spartiranno comunque il 100% del Parlamento. Gli astenuti (e il loro senso di protesta) non avranno comunque alcun rappresentante proprio lì dove si decide la loro sorte, volente o nolente.
Questo è il risultato peggiore possibile per chi intendeva protestare attraverso l’assurdo “Non voto di protesta”. Astenersi, in altre parole, significa perdere in partenza, rinunciare ai propri diritti e alla propria voce in capitolo e, a prescindere dalla legge elettorale vigente, aiuterà ancora una volta a far rivincere alla grande la famigerata Casta.
Per cui il consiglio è di andare a votare, informarsi sulle liste e sui candidati, votare con criterio e discernimento e soprattutto non farsi fregare anche stavolta, anche da chi vuol far credere che non scegliere sia una soluzione. Buon voto a tutti. Alla prossima.
Salvatore Giacalone