Le tante rassicurazioni ricevute per l’inizio dei lavori di dragaggio del porto di Mazara, ancora non si concretizzano. Ieri c’è stata una dura presa di posizione del presidente del consiglio comunale, Vito Gancitano che scrive in una nota: “E’ avvilente che i continui appelli lanciati dalle Istituzioni locali e dagli operatori del settore siano rimasti ad oggi inascoltati. E mentre nei tavoli della Regione si perde tempo, nonostante la gara d’appalto per la realizzazione degli interventi sia stata già aggiudicata, la Città perde occasioni di sviluppo e lavoro, proprio a causa dei mancati interventi di pulizia ed escavazione dei fondali del porto, che sono necessari per renderlo pienamente fruibile e ridare slancio all’economia”. Gancitano così conclude: “Da presidente del consiglio comunale e soprattutto da figlio di pescatore debbo in maniera chiara ribadire che la nostra marineria e la nostra Città non meritano questo trattamento”. Sulla lunga telenovela dell’escavazione del porto, ci sono delle novità che potrebbero dare il via libera ai lavori perché la dirigente generale dell’Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione Siciliana, dottoressa Rosaria Barresi, che aveva espresso un parere sfavorevole sullo sversamento dei fanghi nella colmata B, parere basato su una relazione dell’Ispra del 2011 che avvertiva “che la colmata B viene definita “zona di nidificazione” in particolare per alcune specie di uccelli, il “fratino” ed il “fraticello”, ha modificato la sua posizione dopo i pareri espressi sulla valutazione di incidenza ambientale, sottoscritta dalla commissione comunale preposta, previa presentazione di uno studio di incidenza redatto da un tecnico qualificato. Una modifica che però contiene molte prescrizioni e “che è subordinata – si legge nella nota della Barresi – al pieno rispetto delle mitigazioni fatte proprie nel provvedimento del comune di Mazara e in particolare si dovrà procedere prima dell’inizio dei lavori alla realizzazione delle opere di delimitazione dell’area umida trasmettendo al Dipartimento apposita cartografia nella quale dovrà essere riportata la recinzione realizzata, attraverso delle fotografie”. C’è poi il problema dei fanghi che vengono prelevati dal porto: alcuni possono andare in colmata, altri, ritenuti “più pesanti” devono essere sversati in discarica secondo una tabella che viene notificata nella nota. La Barresi sottolinea, infine, che i lavori non potranno essere conclusi prima della completa attuazione degli interventi mitigativi che dovranno essere certificati dal comune di Mazara che avrà inoltre il compito di vigilare sul loro andamento relazionando trimestralmente al Dipartimento e agli enti cui compete la vigilanza ambientale. In sostanza, secondo la dirigente, i lavori non possono iniziare se prima non verranno effettuate le prescrizioni anzidette, a cominciare dalla recinzione della colmata B, che misura circa 10 ettari, qualcosa come 120 mila metri quadri e che costerebbe una montagna di quattrini. L’assessore regionale al territorio e ambiente, Maurizio Croce, è ottimista ed afferma che “in assessorato stiamo lavorando alacremente per sbloccare la situazione. Oggi o domani – dice al telefono – la dottoressa Barresi, renderà il parere che, posso anticipare, sarà positivo e pertanto i lavori potranno essere avviati”. L’assessore non cita le eventuali prescrizioni contenute nel parere ma aggiunge ancora una volta: “Stiamo lavorando per ridare vita al porto di Mazara”.
Salvatore Giacalone