Il tempo inclemente di ieri non ha fermato la protesta degli ambientalisti. Un centinaio si sono radunati sotto la sopraelevata di Tonnarella ed i responsabili delle diverse associazioni hanno lanciato il grido d’allarme: “Capo Feto oasi da salvaguardare”. Hanno rivendicato la tutela della palude e l’attuazione del Piano di Gestione della zona SIC e ZPS che la Regione ha finanziato nel 2008 con circa 3.600.000€ per tutti i siti della Rete ecologica regionale Natura 2000. Questa volta a fare scattare la protesta la destinazione della Stazione di Vedetta di Capo Feto che dovrebbe diventare una struttura ricettiva o che dovrebbe erogare servizi turistici. E’ stato stipulato, infatti, tra il comune di Mazara e l’Agenzia del Demanio, un protocollo che mira a sviluppare una branca del turismo, il cosiddetto “turismo lento”. Con il protocollo stipulato, è stata individuata la stazione di Vedetta di Capo Feto quale immobile da valorizzare e affidare, attraverso un apposito bando, ad imprenditori under 40, associazioni o cooperative che potranno realizzarvi un’attività ricettiva o di servizi funzionali al progetto del turismo lento. Ad opporsi a questo progetto ci sono però le associazioni ambientaliste che non vogliono vedere trasformato Capo Feto “in un parco di divertimenti”, ma c’è anche la Soprintendenza di Trapani la quale rileva che nel 2006 ha spesso 300.000 euro per una riqualificazione ambientale della palude di Capo Feto in cui era prevista anche la demolizione dell’immobile dell’Agenzia del demanio che però è ancora in bella
vista e cadente. Le associazioni che hanno aderito alla manifestazione, con i diretti responsabili, sono state Pro Natura, Amici della terra, EBN Sicilia, Silene, Lipu, AFN 1, Bosco Angimbè, Fare Ambiente, Legambiente, Università degli studi di Palermo. Vari gli interventi che si sono susseguiti e su suggerimento del prof. Bruno Massa si è stabilito di redigere una piattaforma comune per la fattiva tutela da sottoporre alle Autorità competenti non appena il nuovo Governo entrerà in piena attività. Sul posto si è, tra l’altro, accertato che la parte litoranea del faro con la Stazione d’Osservazione (cioè la vedetta) è tra le più sensibili dell’area protetta, relativamente alla conservazione di specie animali e vegetali, ferma restando la straordinarietà paesaggistica sottolineata dagli architetti Bianco, Foderà e Manzo, come da Piano paesaggistico dell’ambito 2/3. Il naturalista mazarese Enzo Sciabica e Andrea De Simone dell’Associazione Fare Ambiente hanno posto in evidenza le ultime aggressioni ambientali che sono state portate nelle zone adiacenti al faro, senza che nessuno abbia pagato per i danni cagionati all’ecosistema in cui, per la prima volta a livello mondiale, è stata identificata una nuova specie di Coleottero, l’Hoplia attilioi, evento ricordato dal naturalista Vito Davide Castelli. Sciabica, infine, ha ricordato che nel 2012, l’Assessore regionale del governo Lombardo, Alessandro Aricò di AN, con l’ex Dirigente generale del Dipartimento ambiente, aveva posto in essere gli atti necessari all’istituzione della Riserva naturale di Capo Feto, stanziando 167.258,69 euro da imputare al capitolo 443302 del bilancio regionale. “Subito dopo, però – ha detto – è arrivato il Governo Crocetta con Mariella Lo Bello, nuovo Assessore all’Ambiente e gli atti sono rimasti nel cassetto della regione”. Capo Feto è parco naturale, oasi faunistica, zona da preservare e difendere dalle numerose aggressioni cui è quotidianamente sottoposto ad opera di fruitori inconsapevoli dell’importanza del sito. E’ un luogo elencato fra quelli d’importanza comunitaria che merita una protezione speciale. “Il protocollo con il Demanio marittimo regionale – spiega l’assessore Vito Ballatore, che firmato il protocollo d’intesa per conto del comune – è stato imposto dal ministero e riguarda tutti i vecchi presidi che si trovano sulla costa. In provincia di Trapani sono tre di cui la Vedetta di Capo Feto per una estensione di 250 metri quadri. Abbiamo lanciato il bando per realizzarvi attività ricettive che scadrà fra qualche giorno.
Salvatore Giacalone