Domenica 5 maggio è iniziato il Ramadan. Terminerà martedì 4 giugno. Anche i musulmani di Mazara si sono preparati alla preghiera collettiva. Per loro, islamici, è il periodo più sacro dell´anno, il mese del digiuno dall´alba al tramonto, ma anche del divieto di bere, fumare e avere rapporti sessuali (anche con i legittimi consorti). Entreranno in quella piccola stanza di preghiera, che è la moschea, che si trova all’interno della kasbah di Mazara, per pregare cinque volte al giorno, più un’altra preghiera prescritta per l´occasione, anche per i non praticanti, i credenti “tiepidi”, e, in omaggio alla propria comunità, perfino ai non credenti. Il mese delle buone azioni, dell´autocontrollo, della jihad contro le proprie deviazioni personali, che, secondo il Corano, è l´unica vera «guerra santa» consentita, dedicato al sacrificio ma anche alla festa, e in cui alle lunghe ore di privazioni del giorno seguono dal tramonto in poi veri banchetti di famiglia. Alla fine del Ramadan c’è “Eid – al – Fitri”, cioè la festa della rottura del digiuno. Il Ramadan è un momento di condivisione e di unione. È usanza invitare i propri vicini e amici a condividere tutti insieme il pranzo serale – chiamato iftar – e a recitare particolari preghiere dette Tarawih. Durante il Ramadan si può lavorare. Anzi, dalle testimonianze di imprenditori e lavoratori della marineria e dell’agricoltura l’integrazione tra lavoro e precetti religiosi è pressoché totale. Ad esempio, quelli impegnati nei campi si alzano presto, anche alle quattro del mattino, per bere e mangiare prima dell’alba. Ma i datori di lavoro e gli imprenditori questo aspetto lo mettono già in conto. Già sapevano in anticipo che il Ramadan (che cambia ogni anno in base al calendario lunare) quest’anno sarebbe stato particolarmente pesante perché cade nel mese maggio. Non ci sono mai stati episodi di intolleranza dalle nostre parti nello svolgimento del lavoro, sia nel campo della pesca, ma anche della pastorizia e dell’agricoltura”.
Salvatore Giacalone