Luci che non fanno luce, pannelli informativi che non informano e fontane che non danno acqua.
Sembrerebbe la descrizione di un angolo di mondo disabitato da anni e invece corrisponde alla magnificente piazza della Repubblica di Mazara del Vallo. Magnificente perché sede di “uno spazio barocco disegnato fra ‘600 e ‘700, chiuso a est dal fianco della Cattedrale e a ovest dal moderno palazzo del Municipio”.
E’ quanto si legge nel portale del Touring Club Italiano, autorevole associazione con fini di promozione turistica nata nel lontano 1894.
Una piazza che ospita il seminario dei Chierici, elegante costruzione del 1710 ed il Palazzo vescovile, eretto nel 1596 ma ricomposto agli inizi del ‘700, con cortile a loggia. Una piazza, dunque, che avrebbe tutte le carte in regola per ergersi a salotto buono della città, e infatti, nonostante tutto, è così.
Eppure, anche a voler essere clementi, è impossibile sorvolare sulla decadenza che campeggia in diversi angoli di questo antico ed elegante spazio urbano.
E’ sufficiente arrivare dalla via XX Settembre, prosecuzione della Piazza Plebiscito, per notare una caratteristica fontana, adiacente gli archi del Seminario, che però non ha alcuna funzione, se non quella decorativa. Perpendicolare alla graziosa fonte d’acqua, che acqua non da, accanto all’ingresso del palazzo Vescovile, sorgono due esemplari di pannelli informativi, che però non contengono al loro interno nessuna informazione. A completare il quadro le 15 luci posizionate sul pavimento della piazza che non forniscono alcuna illuminazione perché guaste. Soltanto tre di esse risultano, infatti, funzionanti.
L’elemento più difficile da comprendere è, tuttavia, il palazzo municipale, che dopo anni di modifiche e interventi strutturali rimane chiuso. Uno spreco di spazio, e di denaro pubblico, davvero difficile da capire.
A fine 2011 l’annuncio, da parte dell’amministrazione, del progetto che avrebbe modificato, dopo anni , il volto del “Palazzaccio”, per adeguarlo al magnificente stile barocco che domina il resto della piazza.
Il piano seminterrato sarà destinato a galleria espositiva e punto multimediale – si legge in una nota, diffusa dal Comune, il 7 dicembre del 2011. Il piano rialzato – continua il comunicato – sarà destinato a hall ed uffici di segreteria; il primo piano conterrà una sala conferenze con i relativi uffici; il piano secondo sarà destinato a sede di rappresentanza comunale e provinciale; il piano terzo manterrà l’attuale destinazione del S.I.T.R (sistema informativo territoriale comunale).
Sulla carta, dunque, il vecchio palazzo comunale sarebbe tornato ad essere il cuore pulsante della città e avrebbe offerto al suo interno i principali servizi di assistenza ai cittadini ed, in più, un interessante spazio espositivo ed un punto multimediale, nell’ottica di adeguamento ai moderni sistemi di informazione.
Ad oggi, invece, niente di tutto questo esiste. Ad eccezione delle modifiche apportate al prospetto dell’edificio, resta un enorme spazio inutilizzato che nulla offre a mazaresi e turisti in visita. Ed è inevitabile chiedersi perché. Perché non utilizzare una struttura di ben tre piani, nel centro della città, per collocarvi tutti quei servizi utili e necessari alla vita della comunità?
Pensando all’indubbia vocazione turistica di Mazara del vallo non sarebbe una cattiva idea creare, ad esempio, una postazione dei vigili urbani in uno dei tre piani, ad uso e consumo non solo dei mazaresi ma dei tanti turisti che, già da alcuni anni, arrivano in città, in ogni periodo dell’anno. Quale figura più adatta per informare i visitatori sull’ubicazione dei siti artistico-monumentali da vedere o semplicemente su dove trovare servizi essenziali come l’ospedale o una semplice farmacia.
La mancanza di fondi è stata negli ultimi anni la risposta a quanti chiedevano per quale motivo quel grande palazzo, potenzialmente tanto utile, fosse rimasto soltanto un elemento decorativo. Eppure, già all’epoca della giunta Macaddino, negli anni tra il 2004 ed il 2009, la Regione Sicilia stanziò 800.000 euro per tutti gli interventi necessari all’interno della piazza . I soldi, dunque, c’erano. Per quale motivo, allora, sono stati utilizzati male ?
La domanda al momento resta insoluta.
L’unica certezza, ad oggi, è l’evidente mancanza di volontà dell’attuale amministrazione che ha deliberatamente ignorato la questione privilegiando altre “priorità”.
“Centro Studi La città”