La Sicilia resterà in zona arancione almeno fino al 9 maggio. L’ufficialità arriverà solo questa sera, dopo la riunione della cabina di regia dell’Istituto superiore di sanità. L’indice di trasmissione del virus Rt per la settimana considerata (quella tra il 19 e il 25 aprile) è sceso sotto 1, ma servono almeno due settimane di fila sotto la soglia d’allerta e un rischio complessivo basso o moderato per passare in una fascia di rischio inferiore. Lo prevede il decreto dell’aprile del 2020 che fissa i criteri di classificazioni delle regioni.
Ecco perché l’Isola vede slittare di una settimana le ripartenze già possibili dal 26 aprile nelle regioni gialle. Ristoratori e altre categorie produttive dovranno aspettare ancora per riaprire le saracinesche delle loro attività.
La Sicilia in questo fine settimana quindi sarà ancora arancione, significa che le “libertà” di cui godrà buona parte d’Italia nell’Isola sono ancora un sogno. Gli spostamenti sono consentiti solo all’interno del proprio Comune, varcare i confini del proprio territorio di residenza è permesso solo per i classici motivi di lavoro, salute o necessità. Dunque in Sicilia niente gite fuori porta o scampagnate il primo maggio.
Bisogna sperare che il trend dei contagi continui nella lenta ma costante discesa della curva e che anche le occupazioni di posti letto ordinari e terapie intensive continui a diminuire per poter ritornare in “zona gialla” dal prossimo 10 maggio.
“Adesso siamo in arancione sperando di poter guardare verso il giallo. Ma tutto dipende esclusivamente dai cittadini, in base ai loro comportamenti si decide quale misura adottare – spiega il governatore Nello Musumeci -. Sto adottando un’ordinanza che prevede l’apertura degli stabilimenti balneari a metà del mese di maggio, ma sono molto perplesso perché se dovessimo ricadere nel vortice rischieremmo di fare come la Sardegna, che è passata da bianco a rosso. Siamo stanchi davvero non ce lo meritiamo, però non dipende da noi ma dalla condotta individuale e collettiva di ciascuno”.