(ANSA) – PALERMO, 18 DIC – “In questi 108 giorni abbiamo cambiato quattro carceri in condizioni sempre più difficili. L’ultimo dove siamo stati era al buio, ci portavano il cibo con i contenitori di metallo. È stato davvero molto complicato: accendevano e spegnevano le luci, a loro piacimento”. Così Pietro Marrone, capitano della “Medinea”, nel primo contatto via radio dopo la partenza dal porto di Bengasi col suo armatore Marco Marrone, racconta i 108 giorni trascorsi in Libia. “Abbiamo subito delle umiliazioni, pressioni piscologiche – aggiunge – ma mai violenze. Quando ci hanno detto che era il ‘giorno buono’ non ci abbiamo creduto”.
Intanto, sono usciti dal porto di Bengasi i due pescherecci della flotta di Mazara del Vallo ‘Medinea’ e ‘Antartide’ con 18 uomini di equipaggio, liberati ieri dal governo del generale libico Haftar. Il ritardo è stato causato dalla necessità di ricaricare le batterie delle imbarcazioni rimaste ferme dopo il sequestro avvenuto il primo settembre scorso. La partenza è stata comunicata dal comandante del motopesca ‘Medinea’, Pietro Marrone, al suo armatore. Le due imbarcazioni faranno adesso rotta verso Mazara; l’arrivo è previsto nella giornata di domenica.
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