Nel contesto di un’Europa sempre più vicina alle posizioni filo-israeliane, la recente vicenda di censura (il divieto dell’Archivio Conz posto alla poesia di Rolando Certa dedicata al popolo palestinese, “Un popolo è un popolo”) che ha coinvolto il collettivo artistico italiano “Antigruppo” a Berlino offre un preoccupante spaccato della realtà culturale e politica attuale. In particolare, l’episodio si è verificato durante l’organizzazione di un evento letterario da parte di Simona Squadrito e Lisa Andreani, del gruppo REPLICA e del collettivo CROSSLUCID, presso l’Archivio Conz di Berlino, nel luglio 2024. Il convegno, intitolato “An Arrow Against the Tank” (Una freccia contro il carro armato, da un testo del poeta palermitano Crescenzio Cane), doveva rendere omaggio al movimento artistico-poetico siciliano “Antigruppo”, nato nel 1968, e noto per il suo impegno politico e sociale. Il motivo dello scontro è stato il divieto imposto dagli organizzatori berlinesi alla lettura della poesia “Un popolo è un popolo” di Rolando Certa. Il diktat è stato chiaro: «Solo quella poesia e nessun’altra. Se non siete d’accordo, annulliamo».
Rolando Certa non era nuovo a posizioni politiche esplicite. Già nel 1982, durante gli “Incontri fra i popoli del Mediterraneo” (Poeti per la pace) – incontri che si tenevano ogni due anni a Mazara del Vallo – aveva sostenuto la necessità di risolvere la questione palestinese. In quell’occasione, fra le altre cose, tutti i poeti partecipanti avevano unanimemente sottoscritto un documento che invocava giustizia e libertà per il popolo palestinese, riconoscendo l’urgenza di fermare l’escalation di violenza nel Mediterraneo. Tutto il movimento “Antigruppo”, infatti, era per l’impegno pacifista e contro le guerre di qualunque tipo. Fondato nel pieno delle turbolenze sociali del 1968, i suoi membri rifiutavano il ruolo passivo dell’intellettuale e adottavano una visione dell’arte come strumento di cambiamento. Le poesie e le opere dell’Antigruppo sono state spesso espressione di lotta contro le ingiustizie, soprattutto quelle legate all’imperialismo e alle oppressioni internazionali, come dimostrano i loro recital pubblici e le loro pubblicazioni indipendenti. Nonostante la censura imposta dall’Archivio Conz, Squadrito e Andreani non si sono arrese. Il convegno si è spostato nello spazio pubblico del Monbijoupark, dove, tra diffidenza e sguardi incuriositi, è stata data voce alle poesie proibite. Le parole dei poeti dell’Antigruppo, unite a quelle di autori palestinesi, hanno così risuonato per due ore, richiamando l’attenzione sull’urgenza di un impegno culturale e politico che superi le barriere imposte dalla politica dominante.
L’evento ha visto anche l’intervento dell’intellettuale palestinese Wasim Dahmash, editore delle Edizioni Q, una casa editrice italiana dedicata esclusivamente alla Palestina. Dahmash ha ribadito come “la pace nel Mediterraneo non possa esistere senza il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese; di fronte alle aumentate contraddizioni dell’UE, in merito alla libertà d’espressione, non posso disconoscere il fatto che ogni tentativo di costruire cooperazione tra i popoli passa per la risoluzione del conflitto israelo-palestinese”.
Il caso di Berlino rappresenta un chiaro esempio delle tensioni che attraversano l’Europa rispetto alla questione palestinese. Da una parte, i paesi dell’UE, Germania in testa, mantengono una posizione di sostegno quasi incondizionato a Israele, anche di fronte alle stragi recenti nei territori palestinesi; dall’altra, qualsiasi voce critica viene messa a tacere, come dimostra la censura subita dal collettivo REPLICA e dal movimento Antigruppo.
La decisione di Squadrito e Andreani d’interrompere ogni collaborazione con l’Archivio Conz, in seguito a questo episodio, riflette un rifiuto di accettare le ipocrisie culturali europee. L’Unione Europea, che si propone come portatrice di diritti umani, continua a evitare sanzioni contro Israele e a reprimere qualsiasi iniziativa che possa esprimere solidarietà verso i palestinesi.
Il messaggio lanciato da “REPLICA” contro la censura berlinese riporta così alla luce l’importanza di una cultura dell’impegno, come quella incarnata dall’Antigruppo. Il movimento, che cercava di portare la poesia fuori dai salotti intellettuali e nelle piazze, in tal modo continua a essere un simbolo di resistenza. Le parole di Certa, scritte più di quarant’anni fa, risuonano oggi con la stessa forza, ricordando che “un popolo è un popolo” e che la lotta per la libertà non può essere messa a tacere.
In conclusione, l’evento berlinese solleva interrogativi fondamentali sul ruolo della cultura in un’epoca di tensioni internazionali e sul diritto alla libertà d’espressione, specialmente quando questa espressione mette in discussione i poteri forti.
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di Giacomo Cuttone