Il 12 marzo dello scorso anno, siamo nel 2024, si registra l’ennesima dichiarazione della Regione sullo «Stato di crisi e di emergenza per l’acqua potabile. La Regione elencava le province a secco anche in pieno inverno: Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo e Trapani, con stati di allerta in quelle di Catania, Ragusa e Siracusa. Concretamente in tutta la Sicilia. Vero è che in questa terra tutto è destinato a complicarsi, e l’acqua è una di queste questioni, ma se ancora oggi, per esempio a Mazara, , la norma è sempre la «turnazione» dell’acqua che arriva ogni due, tre o quattro giorni se va bene, con alberghi e B & B perennemente in crisi con i loro ospiti per la mancanza del prezioso liquido, e l’arredo più comune su terrazze e balconi è fatto da contenitori e bidoni di plastica per accumularla, se gli investimenti sono a zero; se le leggi nazionali restano inapplicate e come se nulla fosse; se l’acqua i comuni o i contadini devono ancora comprarla come nel Medioevo; se molti impianti obsoleti erano e obsoleti restano con reti che perdono anche il 100% di risorsa e aziende ; e se non si riescono nemmeno a spendere i miliardi stanziati per acquedotti e depuratori; allora il problema non sono le siccità ma altre cause. Un caso per tutti? La diga Trinità che dovrebbe dare acqua a 8.000 ettari di coltivazioni tra Castelvetrano, Campobello di Mazara e Mazara del Vallo, è uno dei simboli dell’immobilismo e dello spreco. Ma, in sostanza, la colpa di tutto ciò che accade di chi è? La risposta è univoca: della politica e dei politici. A Mazara non c’è giorno che in qualche parte della città non ci sia un guasto: il motore che si inceppa, la condotta che si rompe per vecchiaia, orari in cui nelle case deve arrivare l’acqua ed invece i rubinetti restano asciutti. Le autobotte comunali e quelle private pronte a soccorrere. Problemi non di ieri, da sempre. Di chi è la colpa? Della politica e dei politici che da oltre 50 anni non sono riusciti a dare risposte ai cittadini , non sono riusciti a rifare una rete idrica, né a studiare le fonti idriche. Eppure alla vigilia delle elezioni tutti promettono acqua in abbondanza nei campi e nelle case. Tutta colpa dei politici? Sarcasticamente non la pensa così il commediografo siciliano Beniamino Ioppolo che ha intitolato una sua commedia nel lontano 1958, “L’acqua si diverte a far morir di sete”, la scrisse 57 anni fa e “l’acqua ancora si diverte”. Ma in questi 57 anni cosa hanno fatto i governi regionali che si sono succeduti? Ed anche quelli precedenti, evidentemente!! Ho l’impressione che la Sicilia politica gattopardiana rimane quella di Tancredi che al momento del saluto con lo zio, disse la famosa frase: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”, la quale sembra significare che chi sostiene il cambiamento, in realtà, manterrà la ricchezza e i privilegi.
Salvatore Giacalone
28 maggio 2025