In riferimento al pellegrinaggio dei marittimi a Roma e l’incontro con il Santo Padre Francesco, vi riporto questo articolo che ben sintetizza i contenuti del discorso di Papa Francesco. Un discorso breve ma altamente significativo, ricco di spunti di riflessione.
In quel contesto è stata citata la marineria di Mazara del Vallo e il dramma dei sequestri dei nostri pescherecci con il loro equipaggio.
Come Chiesa siamo stati indicati come un punto di riferimento, come un modello da imitare, anche se non abbiamo una vera pastorale del mare per la formazione delle nuove generazioni. Questa citazione ci chiama ad una rinnovata e vera responsabilità verso i nostri marittimi e le loro famiglie.
Questo l’articolo: “In barca non si va da soli”. Papa Francesco ai pescatori: “siate custodi del mare e testimoni di giustizia sociale” (S.Cavalleri e A. Sillioni)
“In mare non si va da soli”. In occasione della Giornata Mondiale della Pesca, Papa Francesco è partito da questa semplice constatazione nel discorso rivolto a una delegazione di pescatori italiani nell’Aula Paolo VI in Vaticano.
Francesco ha ricordato come siano intrecciate nel Vangelo la Sequela Christi e le origini di questa professione. “Ad essa – ha osservato infatti -sono legati anche gli inizi della Chiesa, affidata da Cristo a Pietro, che era pescatore in Galilea”.
Nei testi evangelici, chi lavora in mare incarna “atteggiamenti importanti”, secondo il Papa. In particolare, “la costanza nella fatica” e negli insuccessi.
Atteggiamento che viene richiesto anche ai pescatori di oggi, di fronte a “nuovi urgenti problemi”. Francesco ne elenca alcuni: “il difficile ricambio generazionale, i costi che continuano a crescere, la burocrazia che soffoca, la concorrenza sleale delle grandi multinazionali”.
Ad essi, il Papa ha contrapposto il senso di comunità, di “equipaggio”, che accomuna chi lavora in mare. “Pur nella diversità dei ruoli”, afferma Francesco, “il successo del lavoro di ciascuno dipende dall’apporto di tutti”.
La pesca diventa così “scuola di vita” e “simbolo”, sempre riprendendo i testi evangelici, della “vocazione degli apostoli”.
In particolare il Pontefice ha sottolineato l’importanza del lavoro dei pescatori, definendoli “custodi delle risorse del mare” e portatori di un valore che va oltre l’economia, contribuendo alla giustizia sociale e alla salvaguardia del Creato.
Papa Francesco ha denunciato gli effetti devastanti della pesca intensiva e predatoria, che non solo minaccia l’equilibrio degli ecosistemi marini, ma compromette anche il futuro delle piccole comunità costiere, ribadendo la necessità di promuovere modelli economici più equi e sostenibili, invitando a proteggere il lavoro dei pescatori artigianali e delle imprese familiari, spesso dimenticate o marginalizzate a causa delle logiche di profitto.
Durante l’incontro, il Papa ha richiamato l’importanza della dignità del lavoro, invitando i legislatori e le istituzioni a sostenere coloro che dipendono dalla pesca, garantendo diritti, sicurezza e condizioni adeguate.
Inoltre, ha evidenziato il ruolo della Chiesa nell’accompagnare spiritualmente e materialmente le comunità di pescatori, affidandole alla protezione di Maria, Stella Maris, come simbolo di speranza per un futuro di giustizia e pace.
Il messaggio del Santo Padre si inserisce in una più ampia riflessione sulla necessità di un’ecologia integrale che coniughi la tutela dell’ambiente e il rispetto per le persone, opponendosi alle disuguaglianze sociali e all’indifferenza globale.
comunicato stampa