Ci raccontano bugie. Da oltre 50anni.L’allarme siccità non solo era prevedibile, ma era già stato previsto e denunciato dalla popolazione durante la stagione autunnale e invernale a causa delle piogge quasi nulle e delle alte temperature. Situazione che sarebbe inevitabilmente precipitata con l’arrivo dell’estate (che sull’isola fa generalmente oscillare il termometro dai 30° ai 40°) e che non potrà in alcun modo essere tamponata in maniera efficace con i soli 20 milioni messi al momento sul tavolo. La mancanza della pioggia è solo un lato della medaglia della siccità in Sicilia. L’altro grande problema sono anni di mancati interventi strutturali sugli invasi e sulle reti idriche, fra dighe incomplete e strutture così fatiscenti e indecorose da essere definire reti idriche “colabrodo”. Ricordiamo che, secondo l’Istat, nel 2022 in Sicilia la perdita idrica nella fase di immissione in rete dell’acqua per usi autorizzati è stata del 51,6%, per un volume di 339,7 milioni di metri cubi di acqua sprecata. A questo si aggiunge anche l’assenza di piani efficaci per la messa in sicurezza degli approvvigionamenti per le aree più a rischio. Ma questa della siccità è una storia vecchia che si ripete puntualmente ogni anno, da almeno 50 anni. Ecco cosa scrive all’Ansa il 7 febbraio del 2018, il concittadino on. Nicola Cristaldi: “Se un viaggiatore tornasse in Sicilia dopo oltre 35 anni di assenza crederebbe di aver fatto un tuffo nel passato. Un salto indietro nel tempo. E anche se alla guida del governo non c’è più Bettino Craxi e alla presidenza della Regione non ci sono più Santi Nicita o Modesto Sardo, per quanto riguarda la gestione delle risorse idriche, nulla è cambiato. “Quando sento parlare – aggiunge – inoltre di turnazione dell’erogazione idrica nella abitazioni o di dichiarazione di stato di calamità del governo nazionale ciò si riflette sulla inefficienza della classe politica di questi ultimi anni. Non è infatti tollerabile che la programmazione per la gestione dell’acqua sia stata affidata alla speranza che arrivi la pioggia. Ci manca che venga evocata la danza dei pellerossa per fare scendere acqua dal cielo. E’ mancata in questi anni la manutenzione delle condotte che provoca grande perdite e la gestione delle dighe, che a volte sono solo cattedrali nel deserto”. E a Mazara, come stiamo? Male, anzi malissimo. C’è una rete idrica sempre più vetusta che richiede sempre interventi d’urgenza e tampone, nel frattempo migliaia di cittadini si trovano senza acqua diversi giorni della settimana e costretti a chiamare autobotti, sia comunali e poi quelle private , quindi a pagamento. La causa del problema va ricercata nella mancata manutenzione ordinaria in questi ultimi decenni della rete idrica cittadina che risulta ormai fatiscente e dove si registrano diverse perdite, pensiamo a quanta acqua sprecata. Bisogna subito correre ai ripari. Alla prossima.
Salvatore Giacalone
25 settembre 2024