Questa mattina intorno le 07:30 è entrato in porto a Mazara del Vallo, scortato da una motovedetta della Guardia Costiera, il motopesca “Aliseo”, che due giorni fa, a 45 miglia a nord a nord della costa di Tripoli, in acque internazionali anche se all’interno della Zona di protezione pesca libica, è stato oggetto di un tentativo di sequestro da parte di una motovedetta libica che ha aperto il fuoco ferendo il comandante Giuseppe Giacalone. Dopo due ore di inseguimento, grazie all’intervento della fregata Libeccio della Marina Militare italiana, i militari libici hanno rilasciato il peschereccio.
I militari libici erano saliti a bordo l’Aliseo, preso il comandante e fatto salire sulla loro vedetta e quando sembrava ormai concretizzato il sequestro, Giuseppe Giacalone è stato fatto tornare a bordo dell’Aliseo e successivamente curato dai militari del Libeccio.
Ad accogliere in banchina l’equipaggio dell’Aliseo c’erano il sindaco di Mazara Salvatore Quinci, il vescovo di Mazara Domenico Mogavero (che è salito a bordo della motovedetta della Guardia Costiera per salutare i marittimi prima del loro arrivo in porto), l’Assessore Regionale all’Agricoltura e Pesca on Toni Scilla, l’Assessore comunale delle Attività produttive Pietro D’Angelo, il Presidente del Distretto Produttivo della Pesca Nino Carlino, i sindacalisti Tommaso Macaddino e Giovanni Di Dia, i familiari dei sette uomini d’equipaggio oltre alle forze dell’ordine e decine di giornalisti di testate locali, regionali e nazionali.
Commovente l’abbraccio tra il comandante Giuseppe Giacalone, la moglie Nuccia ed il figlio Alessandro che è anche l’armatore dell’Aliseo. Prima che l’equipaggio potesse scendere in banchina, i carabinieri della Scientifica di Trapani sono saliti a bordo per una serie di rilievi dopo che la Procura di Roma, competente per i reati commessi all’estero, ha aperto un fascicolo sull’assalto da parte della motovedetta libica delegando le indagini al Ros. Il capitano dell’Aliseo è giunto in porto con una benda in testa a causa di una ferita provocata da un proiettile preso di striscio e una maglietta sporca di sangue a causa delle ferite provocate dalle schegge del finestrino della cabina, mandato in frantumi dai colpi di mitraglia sparati dai libici.
Drammatico il racconto del timoniere Girolamo Giacalone, che sceso in banchina ha più volte ripetuto ai giornalisti che “dopo i primi colpi di avvertimento, i militari libici hanno sparato per uccidere. Sono state ore di terrore con l’equipaggio chiuso in ghiacciaia (punto più sicuro per evitare i colpi d’arma da fuoco) e lui ed il comandante in plancia per governare la navigazione del peschereccio. I libici avrebbero potuto colpire le bombole di gas, hanno minacciato di lanciare bottiglie incendiarie. Dopo il ferimento del comandante si sono fermati per paura che potesse succedere una tragedia, permettendo così l’abbordaggio della vedetta libica”.
Stamani, In banchina anche l’armatore del “Michele Giacalone” che la notte tra il 2 e il 3 maggio è stato oggetto di un tentato sequestro da parte di una vedetta libica assieme ad altri pescherecci di Mazara a 35-40 miglia al largo di Bengasi, il capoluogo della Cirenaica. Anche in quel caso i militari libici hanno “esploso colpi in aria” per intimare al comandante del peschereccio “Michele Giacalone” di fermarsi, colpendo anche la parte superiore del motopesca. I libici saliti a bordo hanno chiesto di arrestare i motori e una volta danneggiato il radar di bordo erano pronti a scortare il peschereccio in porto a Bengasi. Anche in quell’occasione per evitare il sequestro è intervenuta la nave italiana Alpino impegnata nell’Operazione Mare Sicuro. I pescherecci coinvolti erano Michele Giacalone, Antonino Pellegrino, Giuseppe Schiavone, Nuovo Cosimo, Aliseo, Anna Madre e Artemide. Dopo la richiesta di soccorso, nave Alpino ha lanciato in volo l’elicottero di bordo e il proprio gommone riuscendo a intervenire in tempo facendo desistere i militari libici.
I pescherecci di Mazara, storicamente pescano il gambero rosso all’interno della Zona economica esclusiva dichiarata autonomamente dalla Libia nel 2005 e che si estende per 62 miglia in acque internazionali. L’Italia non si è mai espressa al riguardo, né riconoscendo, né contestando i diritti libici, al contrario di Unione Europea e Stati Uniti che hanno invece respinto l’utilizzo del Golfo della Sirte (ben 306 miglia di ampiezza) come “baia storica”.
Alle 14:15 tele 8, canale 190 del digitale terrestre e sulla pagina facebook, trasmetterà lo speciale tg8 dedicato al rientro dell’Aliseo.