Quattro ore e mezza di consiglio comunale aperto, decine di interventi e un’aula consiliare gremita per chiedere verità e giustizia su una vicenda che ha scosso la comunità: i gravi ritardi nei referti istologici dell’Asp di Trapani.
Una seduta straordinaria, convocata su richiesta della IV Commissione consiliare con il consigliere Francesco Foggia primo firmatario e la presidente Paola Galuffo in apertura, che ha letto una relazione dettagliata sulla vicenda. A prendere la parola, rappresentanti delle istituzioni a ogni livello — locali, regionali e nazionali — ma anche esponenti del mondo sanitario, scolastico, associativo e semplici cittadini.
La grande assente, però, è stata la Regione. Né i vertici dell’Asp di Trapani né l’assessore regionale alla Salute, né tantomeno il presidente Schifani hanno preso parte alla seduta, un’assenza che ha alimentato il malumore tra gli intervenuti. “Difendiamo il diritto alla salute”, ha detto il vescovo Giurdanella aprendo i lavori. E ancora più netto il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, in collegamento da Roma: “Quando la famiglia della professoressa Gallo ha chiesto aiuto, tutto era già prevedibile. Dobbiamo chiederci: ognuno ha fatto tutto ciò che poteva?”.
La prof.ssa Gallo, che ha denunciato pubblicamente la sua esperienza di ritardo diagnostico, non era presente in aula, ma la sua testimonianza ha fatto da filo conduttore a molti interventi. Un caso che ha già portato alla sospensione del direttore generale dell’Asp, Ferdinando Croce.
Dal fronte parlamentare, ampia convergenza sulla necessità di indagare a fondo e riformare il sistema sanitario territoriale. Dal M5S al PD, da FdI a Italia Viva, passando per Controcorrente e PSI, tutti hanno invocato chiarezza e responsabilità. Tra le richieste emerse con forza: più personale, tempi diagnostici certi e il rispetto della classificazione dell’ospedale “Abele Ajello” come presidio di I livello.
A scuotere l’aula, anche le voci dei cittadini. Commozione per le parole della signora Costanza Grassa, paziente oncologica: “Vi prego, ascoltate i cittadini. Questo farebbe davvero la differenza”. E l’appello accorato di due studentesse: “Chiediamo alla politica di garantirci una sanità che funzioni, oggi e per le generazioni future”.
A chiudere i lavori, il sindaco Salvatore Quinci, che ha parlato di una sfida collettiva da affrontare senza divisioni. Perché, ha detto, “non possiamo permetterci di fallire sulla salute dei nostri cittadini”.
Luca Di Noto