«Secondo Gentile nel campo dell’umano non ci sono conflitti o opposizioni insanabili perché lo spirito è unità all’origine. Il suo pensiero oggi, a distanza di quasi un secolo, guardando ai conflitti Russia-Ucraina e Palestina-Israele, potrebbe essere d’aiuto ai leader per fare la pace». Lo ha detto Andrea Le Moli, ordinario di Storia della Filosofia presso l’Università di Palermo, intervenendo alla tre giorni sul filosofo originario di Castelvetrano, che si sta svolgendo nella sua città natìa su iniziativa del Comune, col patrocinio della Regione e dell’Ars. Le Moli, con riferimento ai conflitti in corso, ha richiamato il pensiero gentiliano sul fatto che «lo spirito umano è sempre storico, ma questo non vuol dire che ci si deve mettere d’accordo andando a un’impossibile ricerca di chi ha cominciato – ha detto – perché su questa logica di chi è stato non andiamo da nessuna parte, né se ripercorriamo la storia del conflitto russo-ucraino e nemmeno quello israeliano-palestinese. Lì non ha cominciato veramente nessuno. Il punto, invece, è quello che bisogna ricordarsi di cosa c’era quando si era tutti una cosa sola».
L’APERTURA AL TEATRO SELINUS – Ieri mattina al teatro Selinus di Castelvetrano la cerimonia d’apertura della tre giorni sul tema “Giovanni Gentile, da Castelvetrano al mondo”, con gli interventi, tra gli altri, del sindaco Giovanni Lentini e della vice di Campobello Antonella Moceri. La tre giorni di studi segue una serie di iniziative dedicate a Gentile nei decenni: nel ’75 il convegno promosso dal Movimento sociale, nel ’90 la tre giorni su “Attualità di Gentile e nel ’94 la scopertura del monumento dedicato al filosofo. E a Castelvetrano, dal ’92, è attivo il Centro internazionale di cultura filosofica intestato proprio a Gentile.
«C’È NECESSITÀ DI UNA SCUOLA EDUCATIVA CHE SI RIGENERI» – Andrea Porcarelli dell’Università di Padova ha affrontato l’aspetto pedagogico della riforma scolastica voluta da Giovanni Gentile quando fu Ministro dell’istruzione nel primo Governo di coalizione di Mussolini. «Nella riforma Gentile abbiamo una visione educativa della scuola e l’insegnante era individuato come un formatore di coscienza – ha detto Porcarelli – ma, seppur gli aspetti positivi, la riforma presentò alcune criticità, come, ad esempio, quello di attuare una selezione preventiva degli alunni e quello di avere l’assetto di una scuola ideologica». Guardando alla scuola di oggi, Porcarelli ha detto: «C’è la necessità di una scuola educativa che si rigenera in una paideia costituzionale, dove gli studenti non sono vasi da riempire ma fuochi da accendere». Nella sessione pomeridiana è anche intervenuta Rosella Faraone dell’Università di Messina che ha affrontato il rapporto tra Gentile e Benedetto Croce, «due uomini che seppero incarnare un ideale grande, certamente robusto, nonostante i loro percorsi si sono poi separati». I lavori continueranno anche oggi e domani. Sabato le relazioni conclusive sono affidate a Ernesto Galli Della Loggia e Marcello Veneziani.



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