In un recente passato abbiamo scritto dell’aumento vertiginoso del costo del servizio di spazzamento, raccolta e smaltimento rifiuti. Aumento di costi che, ricordiamo brevemente, è dovuto a molteplici fattori:
- gestione della “Belice Ambiente” costosa e clientelare, i cui effetti si fanno sentire ancora oggi;
- elaborazione del piano rifiuti, di competenza della Regione, continuamente rinviato e, per ciò stesso, fonte di inefficienze e sprechi;
- incompetenza e malgoverno dell’attuale Amministrazione comunale che, fra l’altro, non ha saputo avviare una seria raccolta indifferenziata e ha fatto continuo ricorso ad Ordinanze Sindacali emesse ai sensi dell’art. 191 codice dell’Ambiente (somma urgenza) che, a partire dal 2013, hanno assegnato una serie costosa di appalti senza gara.
Risultato sconsolante: con questa Amministrazione comunale i costi del servizio sono lievitati da €. 5.073.751 del 2009 a €. 12.938.904,54 del Piano Economico Finanziario anno 2017. e non ci pare che il servizio sia migliorato, stante le continue emergenze rifiuti. Crediamo essere questo un incremento record in Italia, raggiunto peraltro in pochissimi anni. Quando si tratta di risultati negativi, l’incompetenza dei cosiddetti tecnici raggiunge livelli eccezionali. Ma anche la politica ha responsabilità ineludibili.
In questa crescita, infatti, una parte consistente è legata al costo del servizio di spazzamento delle strade (nel 2012 €. 190.881,60 e nel 2015 €. 1.513.309,40). Addetti al servizio armati della vecchia scopa di saggina e di un pittoresco carrettino: immagine buona per un film neorealista degli anni “50” ma mortificante nel 2017. Una spesa che inevitabilmente è destinata a salire, considerato il gran numero di operatori ecologici che si incontrano per le strade. E dire che nel passato gli attuali amministratori, all’epoca all’opposizione, erano fieramente e virtuosamente contrari ad una pratica che ha il sapore acre del più becero clientelismo: non creazione di lavoro ma erogazione mortificante di salari e stipendi. Chiediamo senza polemica, che mal si addice ad un argomento che coinvolge uomini e famiglie, che fine abbiano fatto le spazzatrici della Belice Ambiente e la spazzatrice acquistata da codesta Amministrazione. E’ questa una domanda che non si può eludere perché la risposta (ammesso che ce ne sia una plausibile) influenza i costi che i cittadini debbono ripianare e tocca l’immagine della città, tocca la credibilità di una Amministrazione che viene delegittimata da tanta colpevole inefficienza.
Abbiamo l’impressione che questa discutibile Amministrazione abbia volutamente scambiato le attività legate ai rifiuti come ammortizzatori sociali. Metodo in auge negli anni ruggenti di un debito pubblico che cresceva in modo incontrollato e di cui oggi sentiamo i pesanti effetti, effetti che peseranno sulle future generazioni. Lo abbiamo capito tutti che è una spirale insostenibile quella di creare carrozzoni risibili, invece che far crescere una economia sana e sostenibile. Mazara sembra essere l’ultimo baluardo del più antico vezzo italico: il tarlo insostenibile del clientelismo idiota e mortificante. Purtroppo dobbiamo aggiungere un altro tassello a questa “saga dei rifiuti”, tassello che sarebbe da commedia farsesca se non fosse dura realtà: è di questi giorni l’arrivo nelle nostre abitazioni della bolletta TIA 2012, anno in cui il servizio ha avuto un costo di €. 7.990.389,97, cifra considerevole, irrobustita dall’eccessivo costo del personale amministrativo. Ribadiamo per inciso che, a nostro avviso, questo personale è in soprannumero e superetribuito, perché vengono applicati contratti di gran lunga più remunerativi di quelli dei dipendenti comunali, oggi vicini di scrivania.
Le vigenti leggi obbligano i Comuni al recupero integrale dei costi e per il 2012 sono state emesse dal Comune di Mazara del Vallo n. 24.449 bollette per coprirli.
Nel mese di marzo 2017, l’Ufficio di Coordinamento ARO, costituito da 14 dipendenti amministrativi ex Belice Ambiente, oggi distaccati al Comune di Mazara del Vallo (gli stessi che avevano predisposto le prime bollette) ha individuato, prodigiosamente, n. 8995 immobili mai assoggettati a tariffe. L’Ufficio ha naturalmente notificato agli evasori avviso di accertamento TIA 2012, con applicazione di sanzione ed interessi pari a €. 3.731.511,50.
Conseguenza ineluttabile: il costo del servizio avrebbe dovuto essere spalmato su n. 29.719 nuclei familiari per utenze domestiche e su n. 2647 per utenze non domestiche, in totale 32.366 utenze: pertanto l’avviso di pagamento ricevuto all’epoca risulta illegittimo poiché la ripartizione dei costi effettuata su 24.449 utenze, avrebbe dovuto effettuarsi sui 32.366 utenti accertati successivamente. In termini semplificati e brutali, se la nostra ricostruzione è esatta, due sono le alternative: o gli evasori esistono e allora i soldi recuperati vanno restituiti ai cittadini erroneamente tassati, o non esistono e allora consiglieremmo a giunta e dirigenti di rivedere il bilancio di previsione 2017, in quanto alla voce TARI sono stati contabilizzati gli introiti dei presunti evasori.
In conseguenza di quanto esposto, riteniamo opportuno informare i cittadini che hanno pagato la TIA 2012 di predisporsi a chiedere il rimborso della quota non dovuta, mentre per quelli che non hanno ancora pagato di richiedere il ricalcolo.
Infine gradiremmo che almeno per questo increscioso episodio fossero individuati i vertici responsabili e che fossero sanzionati severamente. Almeno ci toglieremmo di torno incapaci e incompetenti. Magra consolazione per il passato, ma speranza in una nuova classe dirigente migliore per il futuro.
Centro Studi “La Voce”
Il Presidente
Girolamo Pipitone