Anche quest’anno le misure di contenimento della pandemia non hanno consentito di celebrare l’evento con la solennità del passato, ma si è preferita una simbolica cerimonia, svolta all’interno della Caserma intitolata al Cap. De Tommaso, sede della Legione Allievi Carabinieri, alla quale ha preso parte un ridotto numero di Autorità.
Ieri, la mattinata si è aperta con la deposizione di una corona d’alloro al Sacrario del Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri da parte del Comandante Generale Gen C.A. Teo Luzi, e dei Presidenti dell’Associazione Nazionale Carabinieri, dell’Associazione Nazionale Forestali e dell’Opera Nazionale di Assistenza per Orfani dei Militari dell’Arma, che hanno reso omaggio ai Caduti.
Successivamente, alla Legione Allievi Carabinieri, davanti a uno schieramento in formazione ridotta composto dalla Bandiera di Guerra, dalla Banda e da un Reparto in armi, il Comandante Generale si è rivolto a tutti i Carabinieri e agli ospiti presenti ricordando la vicinanza dell’Arma al Paese in questo difficile momento segnato dalla pandemia che ha comportato la perdita di 30 Carabinieri, mentre oltre 12.000 sono rimasti contagiati. “Nessuna delle 5.500 Stazioni Carabinieri ha cessato le proprie attività”, ha sottolineato il Gen. Luzi, evidenziando l’esempio concreto dell’originaria vocazione dell’Istituzione, che si ritrova nelle Regie Patenti del 1814 (suo atto di nascita) e sancisce la missione dell’Arma volta a garantire “il buon ordine e la pubblica tranquillità … per contribuire alla maggiore felicità dello Stato”. “La “felicità dello Stato” – ha continuato il Gen. Luzi – è un concetto che appartiene all’Arma da sempre – tanto antico quanto attuale – giunto sino ai nostri giorni intatto, per evocare il legame tra i cittadini e i “propri” Carabinieri”.
Il Comandante dell’Arma ha poi voluto rivolgere l’attenzione al futuro presentando un’Arma che oggi guarda al rilancio del Paese attraverso la tecnologia e la transizione ecologica. “C’è una sicurezza da migliorare attraverso la tecnologia e una sicurezza da preservare nonostante la tecnologia” ha ribadito il Gen. Luzi “l’impegno dell’Arma sarà sempre più rivolto allo spazio virtuale. Per imprimere efficienza a tutti i servizi, a vantaggio dei cittadini, ma anche per contrastare l’uso ostile della rete da parte della criminalità, enormemente cresciuto durante la pandemia” i Carabinieri, ha poi concluso “sono – per struttura e per capacità – la polizia ambientale, determinati a svolgere un ruolo decisivo a tutela dello sviluppo sostenibile, anche per iniziative internazionali di “diplomazia ambientale”, mettendo a disposizione di altri Paesi le competenze, davvero uniche, del comparto forestale”.
Un ricordo particolare è stato rivolto dal Vertice dell’Arma al Carabiniere Vittorio Iacovacci, proditoriamente ucciso in Congo unitamente all’Ambasciatore Luca Attanasio. Concreta dimostrazione della silenziosa fedeltà dell’Istituzione alla Nazione che vede ogni militare mantenere fede al proprio giuramento.
Nella Provincia di Trapani, questa importante giornata è stata celebrata con la deposizione di una corona d’alloro presso il monumento ai Caduti all’interno della sede del Comando Compagnia Carabinieri di Trapani. Alla cerimonia, nel rispetto delle norme di contenimento della pandemia, hanno presenziato il Prefetto Filippina Cocuzza e il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Col. Gianluca Vitagliano, oltre ad una ridotta rappresentanza di militari.
La celebrazione della Festa dell’Arma consente anche di fare il punto di situazione sulle principali operazioni condotte dall’Arma di Trapani nell’ultimo anno.
Nel mese di giugno 2020, nell’ambito dell’operazione di polizia giudiziaria denominata “Cutrara”, sono state arrestate 14 persone, ritenute esponenti della famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo, per i reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, furto, favoreggiamento, violazione della sorveglianza speciale e altro, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Altre 11 persone sono state denunciate a piede libero con l’accusa di aver agevolato Cosa Nostra. Le indagini hanno permesso di disarticolare la famiglia mafiosa di Castellamare del Golfo con al vertice il pregiudicato DOMINGO Francesco la cui autorità di vertice tra le articolazioni mafiose trapanesi, era riconosciuta anche negli Stati Uniti d’America ove da tempo insediate e sviluppate “cellule” di Cosa Nostra.
Nel mese di luglio 2020, nell’ambito dell’operazione di polizia giudiziaria denominata “Dattilo”, sono stati arrestati 2 esponenti di vertice delle famiglie mafiose di Castellammare del Golfo e Paceco, per associazione di tipo mafioso. Nell’operazione sono stati indagate altre 5 persone: 2 raggiunte da ordinanza di sottoposizione all’obbligo di dimora, 1 da misura interdittiva del divieto di esercitare la professione e 3 da informazione di garanzia.
Tra la fine di dicembre e gli inizi di gennaio 2021, sono stati arrestati, in due distinte operazioni, Giuseppe COSTA e Gaspare Salvatore GUCCIARDI, entrambi per il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso. Le indagini hanno comprovato che dopo la sua rimessa in libertà, Giuseppe Costa, il carceriere del piccolo Giuseppe Di Matteo, aveva ripreso i contatti con i vertici della mafia di Trapani e Marsala ricostruendo il suo coinvolgimento nella mobilitazione mafiosa per le elezioni regionali dell’autunno del 2017 e nella tutela degli interessi di Cosa Nostra in una ditta di calcestruzzi. Hanno, inoltre, accertato che Gaspare Salvatore GUCCIARDI ha mantenuto un costante collegamento con altri associati assicurando la veicolazione di informazioni riservate e mettendo al corrente gli altri associati circa il rinvenimento di apparecchiature destinate all’attività investigativa.
Tra gennaio e marzo 2021 sono stati eseguiti tre sequestri per confisca per beni che ammontano complessivamente a circa 12 milioni di euro, eseguiti a carico di imprenditori a disposizione di Cosa Nostra: Fabrizio VINCI, Calogero GIAMBALVO, della di lui moglie Ninfa VINCENZINI e del prestanome Roberto SIRAGUSA e Calogero John LUPPINO.
Sempre nel mese di marzo c.a. i Carabinieri del Provinciale di Trapani e del NAS di Palermo, hanno eseguito una ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal GIP del Tribunale di Trapani nei confronti del dirigente e dei due stretti collaboratori del Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (D.A.S.O.E.) dell’Assessorato della Salute della Regione Siciliana, per aver alterato, in svariate occasioni, il flusso dei dati riguardante la pandemia SarsCov-2 diretto all’Istituto Superiore di Sanità. L’alterazione, consistita nel modificare il numero dei positivi e dei tamponi e talvolta anche dei decessi dovuti alla pandemia, ha condizionato l’emissione dei provvedimenti per il contenimento della diffusione del virus.