È la vigilia di Natale. Come tutti sappiamo dovrebbe essere un momento di gioia e felicità da passare spensierati con i propri cari. Qualche giorno di riposo dopo un anno frenetico per poi ripartire carichi per il nuovo 2025 che verrà. Questi sentimenti così leggeri però non li stanno vivendo proprio tutti perchè c’è chi nel nuovo anno, probabilmente, non avrà più un lavoro. Si tratta dei lavoratori di un supermercato ed in particolare quelli del punto vendita ARD di Castelvetrano sito all’interno del noto centro commerciale Belicittà.
Cerchiamo di sintetizzare molto brevemente. A partire dal 2007 lo spazio destinato al supermercato all’interno del centro commerciale viene sequestrato dallo Stato alla “Gricoli Distribuzioni srl” in quanto frutto di attività mafiose da parte del noto “re delle Despar” Giuseppe Grigoli condannato per associazione mafiosa. Ovviamente l’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati tramite il Tribunale aveva provveduto, come fa ancora tutt’oggi, a consegnare il bene ad un amministratore giudiziario che avrebbe ceduto in comodato il bene, tramite avviso pubblico, ad una terza società in maniera tale che non venisse interrotta l’attività in oggetto. Difatti dal 2007 ad oggi sono 4 le società che si sono succedute nella gestione del bene e quindi dell’attività anche se c’è da dire che agli albori lavoravano all’interno del market circa 45 persone in circa 2000 mq di superficie oggi invece ne lavorano all’interno appena una decina ma considerando anche che la superficie si è ridotta di due terzi.
Ma veniamo alla questione cardine ovvero il licenziamento. Con comunicazione in data 28/11/2024 la Ergon Spa, società attualmente affidataria del supermercato, ha avviato procedura di licenziamento collettivo per riduzione del personale a causa della scadenza del contratto di affitto avviato nell’ottobre 2018 da parte della “Gricoli Dsitrubuzioni” e cioè dell’Agenzia dei Beni Confiscati. In parole povere la società non vuole più rinnovare il contratto con lo Stato per gestire il bene e quindi è costretta a licenziare i lavoratori. È tutto assolutamente normale come lo è stato in questi anni con le varie società che si sono succedute. Ma attenzione, chiunque è arrivato nella gestione del bene ha sempre garantito ai lavoratori la continuità di lavoro all’interno della stessa attività e questo lo si è sempre fatto in due modi ovvero o con la firma di un nuovo accordo preventivo con la nuova società subentrante o attraverso la firma di un accordo anch’esso preventivo con la Prefettura trapanese, che rappresenta lo Stato nel nostro territorio, e che quindi faceva da garante con la nuova società. Questa volta però sembra non essere così. Da voci interne, a partire del prossimo 08 gennaio 2025, quindi in sostanza subito dopo le festività natalizie, il supermercato sotto questa gestione chiuderà la saracinesca e per i lavoratori al momento non è arrivata nessuna garanzia perchè l’Agenzia dei Beni Confiscati non ha ancora trovato l’accordo con una nuova società di gestione e la Prefettura non ha ancora firmato alcun accordo preventivo. Qualcosa però sembra si stia muovendo grazie all’impegno delle sigle sindacali Ugl, Cisl e Cgil che si sono rivolte ufficialmente al Prefetto Daniela Lupo per chiedere un tavolo di confronto a tutela dei lavoratori. Tavolo che è stato concesso per il giorno 27 dicembre 2024. La speranza dei lavoratori, che non passeranno sicuramente delle festività serene, è quella ovviamente di aver garantito il posto di lavoro che portano avanti da ormai quasi 20 anni anche perchè precisiamo che i lavoratori con l’aspetto mafioso non hanno nulla a che vedere. Lo Stato dovrebbe prendersi l’impegno da una parte di sconfiggere la mafia e la confisca è sicuramente uno strumento valido, ma dall’altro ha l’obbligo di tutelare quelle persone, come i lavoratori che nulla hanno a che fare con la criminalità, e quindi di mantenere e gestire nel migliore dei modi i beni confiscati. Da fonti attendibili sembrerebbe che l’Agenzia dei Beni Confiscati, tra il nuovo accordo e la fine delle agevolazioni che ha garantito nei primi anni alla società Ergon, abbia triplicato il prezzo dell’affitto che ovviamente raggiunge cifre molto imponenti tutto questo considerando anche che nel giro di 500 mt da Belicittà insorgono nell’area commerciale altri 4 supermercati e quindi questo porta ad un concorrenza maggiore e quindi ad un guadagno minore.
Adesso le domande sono due: lo Stato è li a far di tutto pur che questo bene vada avanti e quindi promuovendo legalità, entrando dentro la società e dando assistenza alle persone o è li a fare “l’imprenditore” alzando alle stelle prezzi di affitto? Precisiamo e ricordiamo che gestire un bene che prima era della mafia non è per niente semplice e “normale”. E poi: è possibile che tra le tante leggi antimafia non vi sia ancora una chiarezza normativa sulla tutela dei lavoratori vittime della confisca ai mafiosi ? Nell’attesa di trovare delle risposte attendiamo l’evolversi della vicenda.
Roberto Marrone