Quattordici ragazzi della provincia di Milano hanno vissuto anche quest’anno un’esperienza di carità – su iniziativa della Caritas diocesana – nel carcere di Castelvetrano. Accolti e accompagnati dalle suore di Carità (dette di Maria Bambina), i giovani hanno condiviso l’esperienza dentro le mura della casa circondariale insieme ai detenuti. In carcere hanno incontrato il comandante della Polizia Penitenziaria Linda De Maio, l’educatrice Selenia Conigliaro e poi l’incontro con i carcerati, insieme, tra gli altri, al direttore della Caritas diocesana Girolamo Errante Parrino. I detenuti sono 65 ma solo 30 di loro durante l’anno partecipano ai laboratori di scrittura e lettura e ai laboratori artistici, organizzati dai volontari, con il materiale offerto dalla Caritas. «A noi si è aperto un mondo sconosciuto – ha detto Davide, uno dei volontari arrivati dalla Lombardia – il rumore delle porte di ferro che si chiudevano dietro le nostre spalle ci ha fatto capire che la vita dentro il carcere è molto diversa da quella esterna. Siamo stati accolti con simpatia e affetto dai ragazzi detenuti, che chiedevano solo di passare un po’ di tempo insieme per colorare la loro giornata e fra risate e canzoni piano piano ci hanno aperto il loro cuore e mostrato le loro ferite e le cicatrici e la loro voglia di riscatto». «Essere detenuto non è solo un castigo per riflettere sugli sbagli commessi, è anche perdita di odori di emozioni che una persona prova in libertà. Quando si è detenuti da molto tempo, arriva il giorno in cui ti rendi conto che le tue suole delle scarpe sono pulite mentre le scarpe delle volontarie hanno preso il colore dell’asfalto. Confrontarti con persone giovani che lasciano la propria famiglia a migliaia di chilometri di distanza, per venire in carcere, ti fa capire che fuori c’è tanta umiltà e voglia di amare il prossimo» ha testimoniato Rino, uno dei detenuti. Un momento molto toccante e di fraternità cristiana è stato quando don Nicola Altaserse ha celebrato la santa messa in carcere alla presenza dei detenuti e dei volontari, ricordando che Gesù ha posto la visita ai carcerati e l’accoglienza degli immigrati, tra le opere di misericordia («Ero in carcere e siete venuti a trovarmi, ero forestiero e mi avete ospitato, Matteo 25, 35-37»). Il gruppo di volontari ha anche affiancato l’Unità di strada della Caritas diocesana impegnata per combattere il sistema che porta alcune donne nigeriane a prostituirsi.