In tempi di emergenza sanitaria, spicca in tutta la sua evidenza quanto la situazione sia ormai allo sbando. Parliamo di medicina generale, specialistica, di esami. In Sicilia forse più che altrove: liste d’attesa lunghissime e visite rinviate per centinaia di persone, costrette poi a ricorrere a proprie spese al privato; le operazioni di routine annullate a data da destinarsi. E’ una disperazione. In Sicilia non si muore soltanto di Covid, e non si muore esclusivamente di infezioni ospedaliere. Si muore di indifferenza e si muore anche di burocrazia. Perché non si può neanche immaginare il calvario che il malato è costretto ad affrontare per ricevere quei presidi medici e quelle prestazioni sanitarie che possono salvargli la vita e che, almeno sulla carta, dovrebbero tempestivamente essere garantite dall’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata). ll malato, allora, muore due, tre, quattro, cinque volte: muore dentro e si rassegna, e si rassegnano tutti quei familiari che nel frattempo sono costretti a pagar di tasca propria. E in fondo non è neppure un problema guardare al proprio portafogli quando si vuol salvare la vita ad un proprio caro. Ma chi non può permetterselo? Lo si lascia morire? Come è possibile tollerare tutto questo in un paese civile, dove il diritto alla salute è tanto decantato dalla Costituzione? Per non parlare delle interminabili liste d’attesa per prenotare Risonanza Magnetica e TAC, nonché precise visite specialistiche. Ci si chieda allora che senso ha concentrare tutte le attenzioni sulla situazione pandemica (che certamente è preoccupante), se poi tali atti di inadempienza sono all’ordine del giorno? Che senso ha parlare di sanità pubblica se poi un qualunque paziente è costretto a ripiegare su un privato, per poter effettuare una visita? Perché è di questo che si tratta: chiunque ricorra, costretto dal bisogno, al sistema sanitario, non lo fa certamente per capriccio ma per necessità. E’un paziente, non un cliente. Si rifletta, allora, prima di affermare che la sanità pubblica è ridotta all’osso a vantaggio dei privati, quando poi questa non è in grado di garantire prestazioni basilari e cure salvavita. Alla prossima.
Salvatore Giacalone
1° Giugno 2022