Alcuni anni fa, su un muro di Mazara, nei pressi della posta centrale, alla vigilia di una campagna per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale, una mano anonima tracciò una scritta diretta ai candidati: “Basta con i fatti. Vogliamo promesse”. Ha invertito le parole, una sfida. Parecchio tempo dopo, un consigliere comunale eletto , una vecchia volpe della Prima Repubblica mi telefonò per dirmi che non riusciva a smettere di ridere ricordando quella scritta, una battuta del miglior Flaiano. Un colpo di pennello imbrattato di rosso smunto, aveva messo a nudo l’ipocrisia, o forse sarebbe meglio dire la cialtroneria, di tante parole a vuoto pronunciate durante le campagne elettorali. Dove viene celebrato nei comizi, ed oggi sui social, l’impossibile che diventa possibile. Per esempio il terzo ponte di Mazara che colleghi il lungomare Mazzini con l’altra sponda, dove c’è il monumento a San Vito, per evitare il lungo percorso per raggiungere il Trasmazzaro e Tonnarella. L’impossibile per molti mazaresi diventa possibile, si dice che c’è già un’idea ma non il progetto ed eventuali fonti di finanziamento. Bene. Quando si realizzerà, scottati da 13 anni di attesa per il dragaggio ? Oppure eliminare i passaggi a livello, forse qualcuno si potrebbe nelle periferie, ma quelli del centro urbano per toglierli devi buttare giù case e palazzi, ammesso e concesso che ci siano anche le risorse finanziarie disponibili e che le Ferrovie dello Stato, taccino. In campagna elettorale ci dicono che il terzo ponte si può fare e che i passaggi a livello si possono eliminare “basta la volontà politica”. Ma di chi?. Il tempo sembra aver non migliorato, ma peggiorato la situazione. Ormai si promette di tutto non solo prima di essere eletti: ma anche dopo. Non c’è praticamente giorno in cui chi è al governo non annunci, non faccia presagire, non comunichi l’imminente cambiamento in meglio. E ci fa sognare. Ci pasce con utopie. Ma intanto restano le buche stradali che costituiscono la tipologia di dissesto più comune e preoccupante per cittadini e amministratori pubblici. Sono il simbolo dell’emergenza che interessa le strade di molte città: quasi ogni giorno, ognuno di noi ne ha esperienza, consapevole che ogni buca è sinonimo di pericolo. La quantità e le dimensioni delle buche presenti sulle strade comunali spesso rappresentano per il cittadino un semplice indicatore per valutare il buon governo della propria amministrazione che, in quanto gestore della cosa pubblica, ha il compito di garantire sicurezza, comfort di guida, durabilità ed estetica. Quella delle buche è anche una metafora per tutto quello che ci è stato promesso, da Roma in giù, che ancora non c’è e potrebbe esserci. Rimane il sogno, che un giorno tutte le buche delle strade di Mazara ma direi di tutta Italia, possano trasformarsi in strade con asfalto duraturo e luminoso. Sognare non costa nulla ma Montanelli ha scritto: “I sogni muoiono all’alba”.
Salvatore Giacalone
4 giugno 2025