Il 27 giugno 1980 il DC9 Itavia stava viaggiando senza apparente problema da Bologna a Palermo, dalle registrazioni si ascolta un clima a bordo sereno, si scherzava anche.
A terra, nei siti radar militari aumentava la preoccupazione perchè si vedevano aerei militare girare intorno al DC9, si cercavano portaerei, erano evidenti voli dal mare, si arriva alla ricerca affannosa di un contatto con l’ambasciata americana, poi il pilota ha un ultima drammatica esclamazione “guarda cos’è!” É la tragedia di Ustica.
Del DC9 si perdono le tracce si spezzano le vite di 81 innocenti cittadini. Si provvede a distruggere ogni prova di cosa sia capitato in cielo, si strappano pagine, si cancellano dati radar, sparisce ogni sorta di documentazione. Si vuol far credere che in un cielo totalmente vuoto senza alcuna presenza di altri aerei rimanga soltanto la tragica ovvietà che gli aerei cadono senza motivo per un cedimento strutturale; così verrà raccontato dagli uomini delle istituzioni.
Invece tutto era chiaro fin dalle prime ore. Aldo Davanzali, proprietario della compagnia aere Itavia, sosterrà da subito l’ipotesi dell’abbattimento del suo aereo. Dai documenti desecretati dalla Direttiva Renzi e Draghi, si evince che da subito l’allarme fu per un fatto traumatico. Ma che nessuna informazione vera fu data al governo su quanto era accaduto e su quanto era già bene evidente nell’immediatezza della tragedia. Nessun cenno di tracciato radar che mostrasse una manovra d’attacco.
Insomma il DC9 sprofondò negli abissi del Tirreno e la verità sprofondò nelle menzogne e nei depistaggi. Solo nel 1999 la sentenza ordinanza del giudice Rosario Priore ci consegnerà la verità: “L’incidente al DC9 è accaduto a seguito di azione militare di intercettamento”. Il DC9 è stato abbattuto ed è stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con una azione che è stato un atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il nostro paese di cui sono stati violati i confini e i diritti. Nessuno ha dato la minima spiegazione di quanto è avvenuto.
Nel 2008 il presidente emerito Francesco Cossiga ha indicato i francesi in un operazione contro il leader libico Muammar al-Qaddafi come responsabili dell’abbattimento dell’aereo civile. Sono state riaperte le indagini ma sono passati 15 anni, e allora alla Procura viene chiesta la verità sugli autori materiali, che oggi deve essere finalmente completata e che i parenti delle vittime continuano a pretendere. L’associazione dei familiari delle vittime della strage di Ustica chiedono ai giudici una parola definitiva e un impegno forte e chiaro al Governo e alla diplomazia affinché forniscano agli inquirenti ogni tipo di informazione da Stati amici ed alleati che avevano aerei in volo attorno al DC9 quella sera. Sappiamo bene che sull’episodio un coinvolgimento militare in un epoca di guerra fredda quale era quello, e di particolari tensioni nel Mediterraneo, è da sempre Bsceso un muro di silenzi, menzogne e depistaggi. Ma bisogna pur fare i conti in maniera definitiva su quella che è da sempre una ferita profonda alla dignità di un paese che ha visto violati i confini, i diritti e le esistenze dei suoi cittadini innocenti, e per rispettare l’impegno a guardare il futuro.
La città di Mazara del Vallo in quella strage ha perso Gallo Vito di anni 25, Lupo Giovanna (originaria di Castelvetrano) di anni 32 coniugata a Mazara con i figlioletti Diodato Vincenzo di anni 10, Diodato Antonella di anni 7, Diodato Giuseppe di anni 1 e in più la sorella Lupo Francesca di anni 17 di Castelvetrano.
Gallo Maria.