Sono trascorsi 40 anni dalla strage di Ustica. L’incidente aereo, avvenuto alle 20:59 del 27 giugno 1980, sopra il braccio di mare compreso tra le isole italiane di Ponza e Ustica, aveva visto coinvolto un volo di linea partito da Bologna Borgo Panigale e diretto a Palermo Punta Raisi, il quale perse il contatto radio con l’aeroporto di Roma-Ciampino, distruggendosi e cadendo nel mar Tirreno.
A distanza di decenni, ancora oggi, la verità sulle dinamiche dell’incidente fanno parte di una lunga serie di misteri irrisolti. “La ricerca della verità” – come dichiarato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel giorno dell’ anniversario – “non si deve fermare. Non può e non deve cessare l’impegno a cercare quel che ancora non appare definito nelle vicende di quella sera drammatica.”
Nella strage morirono tutti gli 81 occupanti dell’aeromobile, tra passeggeri ed equipaggio. Tra i deceduti anche 11 bambini e 5 concittadini Mazaresi.
Dopo quarant’anni, la memoria della strage e delle vittime deve però, rimanere ancora una premura da parte dei cittadini e delle amministrazioni, che a volte sembrano quasi “dimenticare” la storia del passato e questi eventi tragici. Ricordare significa rispettare. Bisogna tenere viva la memoria per far breccia nel “muro di gomma” che si è generato attorno a tutta questa vicenda, uno dei misteri italiani che meritano risposte per onorare i familiari delle vittime e chi quella drammatica sera ha perso la vita.
Paolo Fiorentino